Ci risiamo. Ogni volta che una serie o un film raggiunge l'apice del successo, qualcuno si presenta puntuale in tribunale a rivendicarne la paternità/maternità negata. Harlan Ellison ha fatto scuola con Star Trek. Ora ha un seguace non da poco: Anthony Spinner, sceneggiatore americano non proprio di primo pelo (è nato nel 1930), ha fatto causa niente meno che alla ABC e alla Touchstone, perché – a sentire lui – avrebbero rubato il concept di Lost da una sua sceneggiatura scritta nel lontano 1977.
Spinner afferma di essere stato pagato trentamila dollari per un pilot televisivo, che lui preparò regolarmente e consegnò nella forma di un plico di ben centoventuno pagine. Il titolo? Ovviamente Lost. Tale testo sarebbe rimasto, chissà perché, nei cassetti del network per tutti questi anni, sebbene sia stato più volte riesumato (nel 1977, 1991 e 1994, ma senza sviluppi concreti). Nel 2004, ecco spuntare dal nulla Lost come lo conosciamo tutti.
Spinner è andato su tutto le furie, anche perché – sostiene – i punti di contatto fra il suo testo e la serie sono imbarazzanti. Non solo le premesse (un aereo si schianta su un'isola tropicale e i sopravvissuti devono barcamenarsi fra mille pericoli), ma anche i personaggi sarebbero identici: stesso background, stesse motivazioni. Cambierebbero solo i nomi. E poi anche l'utilizzo di flashback, gli avvertimenti scritti nelle caverne e tanti altri aspetti sarebbero tutti farina del suo sacco.
Anthony Spinner, ormai in pensione dal 1996, è stato produttore e sceneggiatore di molti telefilm, il più famoso dei quali – almeno da noi – è Cannon (ma può vantare anche un episodio di Perry Mason e uno di Kojak). Ha prodotto qualcosa anche in ambito strettamente sci-fi con la serie The Invaders, andata in onda nel 1967-1968 (ha fatto capolino anche in Italia agli inizi degli anni '80 con il titolo Gli invasori), dove un architetto è impegnato a convincere il resto dell'umanità che è in corso una silenziosa invasione aliena.
Vista la sua scarsa frequentazione del genere, viene ancor più spontaneo chiedersi come mai si sia all'improvviso svegliato e abbia deciso di fare causa ai due colossi. Tanto più che Lost ormai volge al termine (proprio quest'anno andrà in onda l'ultima serie). Perché non si è mosso prima? Le risposte sono due, un fatto e un'ipotesi. Primo: Spinner ha già intentato una prima causa qualche anno fa, ma la pratica è stata chiusa per non meglio precisati “vizi procedurali”. Secondo: Spinner potrebbe aver voluto attendere gli sviluppi della serie per appurare quanto profondo sia il saccheggio, per poi avere più elementi a suo favore in tribunale (e portarsi a casa una fetta ben più cospicua degli utili).
Di certo non è la prima volta che si presentano situazioni simili, per cui è difficile non accogliere con una punta di scetticismo l'ennesima causa. Sarebbe bello poter metter le mani su quelle centoventi paginette scritte da Spinner nel 1977, anno nel quale - fra l'altro - sono ambientati alcuni dei più importanti flashback della serie. Viene allora un dubbio: siamo di fronte a un nuovo, e più estremo, espediente marketing di quel geniaccio di J.J. Abrams?
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