Il lettore di fantascienza conosce vari modi per viaggiare nel tempo. Si può costruire un apparecchio apposito, oppure essere in possesso di un astronave più veloce della luce, oppure ancora buttarsi in un buco nero.
Ora con lo scrittore Finn Zetterholm e il suo romanzo Il segreto di Lydia (Lydias hemlighet, 2004) scopriremo un nuovo modo di fare salti nel tempo. Lydia, la protagonista, è una ragazza di dodici anni che vive in Svezia ed è in grado di viaggiare nel tempo con il semplice tocco delle mani. Sfiorando un quadro, si ritrova istantaneamente nella stessa epoca del pittore, con cui in genere entra anche in contatto. Di quadro in quadro questa sua meravigliosa dote le permetterà così di visitare epoche diverse e conoscere pittori famosi come Rembrandt, Velàsquez, Degas, Dalì e perfino Leonardo da Vinci.
La sua avventura inizia quando un giorno il nonno la porta a visitare il Museo Nazionale di Stoccolma. Nonostante i cartelli che ammoniscono di non toccare le opere esposte, Lidya viene attratta da un quadro e lo tocca per trovarsi, dopo un lieve capogiro, in un posto sconosciuto. Da un vecchio signore apprende di essere ad Amsterdam nell’anno 1658. Il gentile signore la porta nella sua casa e sulla porta Lidya vede che la targhetta porta un nome: Rembrandt van Rijn. Intanto a Stoccolma la polizia si mette in cerca di Lidya. Si teme fortemente che si possa trattare di un rapimento...
L’autore. Finn Zetterholm è nato in Svezia nel 1945. È scrittore, paroliere e cantante. Dotato di un talento multiforme, ha scritto molti libri, tra cui alcune raccolte di canzoni e filastrocche. Il segreto di Lydia è stato pubblicato per la prima volta nel 2004 ed è stato tradotto in diverse lingue.
Un brano del romanzo. "«Perché è tutto così antiquato?» chiese Lydia. «Sembra un film, la gente indossa vestiti strani e non ci sono macchine né biciclette».
«Dici cose bizzarre, Lydia» rispose il vecchio. «Cosa sono le biciclette?» Lydia si bloccò in mezzo alla strada e il vecchio si fermò accanto a lei.
«In che anno siamo?» gridò Lydia.
«Anno? Siamo nel 1658, naturalmente... »
Nel 1658... Lydia vide che il vecchio scuoteva la testa, poi la prese per mano e la condusse via. Lei lo seguì a passi incerti. Puzzava di pittura a olio e trementina. Le sue dita tozze avevano macchie di ogni colore dell’arcobaleno. Poi si fermò davanti a una grande casa di mattoni rossi con il frontone a timpano e archi decorativi alle finestre.
«Questa è casa mia» disse. «Almeno per il momento. Prego, entra pure». Lydia esitò sulla soglia. Doveva entrare? Lanciò un’occhiata alla porta. Su una targa d’ottone c’era scritto: 'Rembrandt van Rijn'."
La quarta di copertina. Se è proibito toccare i quadri nei musei, un motivo c’è. Forse Lydia non avrebbe allungato la mano oltre il cordone di sicurezza, se avesse saputo in quali guai sarebbe finita. Ma non avrebbe incontrato né Rembrandt, né Leonardo da Vinci, né Dalí; non avrebbe appreso i segreti della loro arte passando letteralmente di quadro in quadro; e non avrebbe assaporato la vita nella Firenze del Rinascimento, nella corte spagnola del Seicento, o nella Parigi di fine Ottocento.
Fortunatamente, però, certi divieti sono fatti per essere infranti, certe cose devono accadere. Lydia era destinata a toccare quel dipinto e questo libro doveva essere scritto.
Finn Zetterholm, Il segreto di Lydia (Lydias hemlighet, 2004)
Traduzione Katia De Marco, Salani editore, pagg. 347, euro 16,00
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