Nei mesi scorsi le voci che si rincorrevano riguardo a una scarsa fiducia nel progetto Virtuality da parte del canale televisivo Fox si erano materializzate nel momento in cui era stata annunciata la programmazione per sabato 4 luglio, che essendo festa nazionale negli Stati Uniti, è un po’ come se nei nostri teleschermi venisse proposto un pilot nel giorno di ferragosto.
Abbiamo poi assistito a una sorta di marcia indietro da parte della Fox, che aveva posto Virtuality nel palinsesto televisivo di venerdì 26 giugno, segno evidente che il canale offriva una chance importante alla serie.
Va detto che quello del venerdì sera è una sorta death-slot per praticamente tutte le serie tv (Dollhouse a parte), ma si trattava comunque di un sicuro passo avanti rispetto alla programmazione precedente. La reazione però dei telespettatori, probabilmente scoraggiati da un avvio estremamente deludente del pilot, è stata disastrosa, Virtuality infatti ha ottenuto un’audience di solo 1,8 milioni di telespettatori, piazzandosi all’ultimo posto tra le trasmissioni dei major network americani nella serata. Un risultato catastrofico che preclude di fatto ogni possibile sviluppo. In fandom, forum e blog si vocifera, si spera più che altro, in un possibile interesse da parte di altri network semmai specializzati.
Ricordiamo che oltre al già citato Ronald D. Moore, al timone del progetto c’erano anche personaggi del calibro di Michael Taylor (Star Trek, Dead Zone, Galactica) e Peter Berg (Hancock, Friday Night Lights), e attori come Nicholaj Coster-Waldau (New Amsterdam) e Clea DuVall (Heroes).
Fantascienza.com ha comunque recensito lo sfortunato pilot con un giudizio estremamente positivo
Virtuality - Pilot
La triste prospettiva della futura perdurante esistenza dei reality show tramortisce un’ottima idea che si riprende troppo tardi per trasformarsi in una serie.
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