Con il romanzo L’occhio dell’universo (Firstborn, 2008) siamo al termine della trilogia Time Odissey scritta da Arthur C. Clarke e da Stephen Baxter. Lo scorso mese era stato ristampato, nella collana Cosmo Biblioteca, il secondo volume dal titolo L’occhio del sole (Sunstorm, 2005).
La protagonista della trilogia è una donna, Bisesa Dutt, che è stata rapita e proiettata istantaneamente su Mir, il pianeta costruito dai Primogeniti usando migliaia di schegge temporali della vecchia Terra. Qui, insieme ad altri personaggi provenienti da varie epoche, ha passato cinque anni avventurosi, salvo poi ritrovarsi all'improvviso nel suo appartamento sulla Terra: è passato un solo giorno dal rapimento, mentre i cinque anni su Mir è come se non fossero mai esistiti.
Dopo altre avventure sulla Terra, Bisesa affronterà un lungo viaggio nel tempo in ibernazione. Sarà risvegliata dopo diciannove anni da sua figlia Myra per affrontare un viaggio sino a Marte, perché solo lì potrà contattare un'entità che può fare da tramite tra lei e i Primogeniti.
Arthur C. Clarke, l’indimenticabile autore di 2001: Odissea nello spazio e di tanti altri capolavori, ci ha regalato prima della sua morte, insieme a Stephen Baxter, una trilogia che affronta i temi del nostro futuro.
Gli autori. Nato a Minehead, in Inghilterra, nel 1917, Arthur C. Clarke si mette in luce durante la seconda guerra mondiale, quando pubblica un articolo scientifico in cui delinea la teoria delle comunicazioni satellitari, che sarà alla base del suo successivo sviluppo. Nel frattempo, però, decide di coltivare la grande passione per la narrativa e comincia a pubblicare racconti di fantascienza, incentrati in particolare sull’analisi delle conseguenze del progresso scientifico sul futuro dell’uomo. Il successo mondiale arriva con 2001: Odissea nello spazio (scritto in contemporanea alla stesura della sceneggiatura del film diretto da Stanley Kubrick), cui faranno seguito 2010: Odissea due, 2061: Odissea tre e 3001: Odissea finale. I suoi numerosi romanzi hanno vinto i premi più prestigiosi riservati alle opere di fantascienza. E' stato inoltre insignito di varie onorificenze, tra cui, nel 1998, quella di baronetto. Si è spento nello Sri Lanka, dove viveva da qualche anno, nel marzo 2008.
Stephen Baxter è una delle voci più interessanti della nuova fantascienza. Nato a Liverpool nel 1957, si è laureato in matematica a Cambridge e in ingegneria presso la Southampton University. Nel corso della sua carriera letteraria si è aggiudicato numerosi premi, tra i quali il British Science Fiction Award e il Philip K. Dick Award.
La quarta di copertina. Il loro primo atto è stato creare in un universo quantico parallelo il pianeta Mir, utilizzando migliaia di «schegge temporali» prelevate dalla Terra. Poi hanno scatenato una spaventosa tempesta solare che ha ucciso un miliardo di persone e solo l’immenso scudo costruito per proteggere il pianeta ha evitato l’estinzione della razza umana. Tuttavia i misteriosi Primogeniti sono decisi a eliminare ogni traccia dell’esistenza dell’uomo e adesso, dalle sconosciute profondità dello spazio, hanno lanciato una bomba che, generando un campo di «energia oscura», potrebbe distruggere ogni cosa. E l’unica persona in grado di fermare questo apocalittico conto alla rovescia è Bisesa Dutt: così, dopo diciannove anni passati in ibernazione, la donna viene svegliata dalla figlia, Myra, e inviata su Marte. Perché lì è sepolta un’entità eterna che può mettere in contatto Bisesa con i Primogenti: il grande Occhio...
Arthur C. Clarke; Stephen Baxter, L’occhio dell’universo (Firstborn, 2008, Traduzione Gianluigi Zuddas, Editrice Nord, collana Narrativa 368, pagg. 389, euro 20,00)
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