- Per Dio, Aymer, cinquantamila persone sono morte là fuori oggi! Le sue note dicono che siete stati voi a farlo accadere! - Sapevamo che sarebbe avvenuto, e ne abbiamo fatto la nostra occasione. Ma non lo abbiamo fatto noi. Lo avete fatto voi, solo voi. La colpa, o l'onore, se volete, è tutto vostro.- Questo è... - disse Pîet fra sé in un sussurro irato, - semplice fanatismo.- Ci rimprovera di averla costretta a sporcarsi le mani del nostro sangue, Piet? La decisione è stata sua.- Non mia! - gridò Piet. - Ho tentato fino alla fine di evitare questo massacro. Ho cercato di far valere la ragione. Per una volta! Una volta sola. Ma voi... voi avete continuato a uccidere e uccidere. Avete distrutto ogni possibilità di pace, ogni comprensione che i miei concittadini nutrivano per voi!

- Alcune precise equazioni - disse Aymer inclinando la testa - determinano le reazioni di un gruppo statisticamente significativo di persone sottoposte alle pressioni a cui è stato sottoposto il popolo kaina... un gruppo oppresso fino al limite, e oltre. La ragione non può impedirgli di diventare terroristi. Non serve a niente. Non ci porterà alla vittoria. Ma di questo alla matematica non importa. Le cifre rimangono le stesse. Piet, io la conosco - continuò Aymer. - So che lei è un uomo giusto e amante della pace, una brava persona. Ma il suo Stato non avrebbe ascoltato mai: noi lo abbiamo studiato a fondo, e lo abbiamo previsto. Se vogliamo giustizia, ce la dobbiamo costruire da soli. Abbiamo costruito attorno l'attacco della Timo le condizioni storiografiche che porteranno ad una soluzione del nostro problema, e per inciso ad una società galattica più giusta e pacifica.

- Una società senza i majet - disse Piet sarcastico. - Abbiamo combattuto altre volte contro chi ci voleva cancellare dall'universo. Lo possiamo fare anche ora.

Aymer scosse la testa.

- No, nessuno sarà cancellato. E poi il corso della psicostoriografia non può essere invertito. È un fatto teoricamente provato e riscontrato sperimentalmente. È proprio su di questo che si basa la naturale tendenza di ogni azione psicostoriografica a portare verso una società più giusta. Noi lo chiamiamo il Teorema di Seldon.

- Molto spiritoso - disse Piet freddamente. - Là fuori è stato compiuto il peggiore massacro di tutta la storia majet, anche se questa volta, almeno, le vittime non siamo noi e lei è qui a parlare tranquillo di matematica. Per cinquant'anni i majet del partito Conciliazionista hanno cercato di venire ad un compromesso con i kaina, ma voi, voi moderati, non avete mosso un dito per venirci incontro.

Aymer non rispose. Piet sentì un'altra volta il terribile silenzio che seguiva i sopravvissuti della Timo. La cosa più spaventosa per lui, quando aveva ispezionato la nave dopo la cattura, alla guida degli orripilanti e increduli giornalisti neutrali, era stata il silenzio. Nessuno parlava, e se qualcuno lo avesse fatto Piet non avrebbe sentito. Aveva gli occhi troppo pieni di cadaveri buttati qua e là, a mucchi oppure da soli, fra i rottami della nave. Silenzio. L'orrore che Piet, e forse anche gli altri, provavano era troppo grande per poterne parlare. Piet aveva pensato che anche l'odio, ora, sarebbe stato troppo grande per venire costretto nei negoziati, nei compromessi, nelle speranze di ragionevolezza.

Improvvisamente il generale majet tornò indietro e suonò il campanello per chiamare le guardie.

- Lei verrà fucilato - disse secco ad Aymer.

Il kaina cercò l'oblò da cui la nave non si vedeva più e per la prima volta Piet vide un'emozione comparire sul suo volto, ma se fosse dolore, odio o sollievo, non lo avrebbe saputo dire.