Così dettava la moda sociale: nessuna responsabilità familiare, nessun legame affettivo, nessun impegno domestico. Solo incondizionata abnegazione al lavoro. Una vita piena di gratificazioni professionali e di divertimento nel tempo libero, tutto a portata di mano senza conseguenze e senza dispiaceri. Era uno stile di vita per pochi, bisognava essere maledettamente in gamba per poterselo permettere, ma i giovani Cross avevano entrambi avviato brillanti carriere e vantavano un'intensa vita sociale. Nelle poche occasioni in cui la famiglia si riuniva, potevano ostentare ai genitori regali costosi, abiti raffinati e compagne sempre più belle e potenti: perché anche l’amore che ci si poteva permettere era uno status symbol.
Era giunto, dopo mesi e mesi di vita frenetica, il tanto atteso primo dicembre, giorno che dava inizio alle festività natalizie.
In quel periodo, tra luminarie e decorazioni, le strade assumevano un aspetto suggestivo; ovunque aleggiavano musiche e canti, e la gente si riversava nelle vie e nei negozi alla ricerca di regali. Rispondendo a un istinto atavico, un po’ come gli uccelli migratori, tutti sentivano l’impulso di comprare oggetti inutili, infilarli in scatole ancor più inutili e depositarli, come uova nel nido, sotto alberi sintetici addobbati per l'occasione.
Quel giorno il signor Cross stava assistendo a una delle tante trasmissioni panavisive sul Natale, in cui erano riportate le diverse teorie sulla festività.
Il dibattito tra i sociologi lo interessava: alcuni riconducevano la festa ad antichi riti religiosi, di cui erano rimasti diversi documentari, ma l'opinione prevalente era che tutti quei fenomeni sociali fossero conseguenza delle leggi di mercato.
Una corrente di pensiero sosteneva che vi fosse una necessità fisiologica, paragonabile al bisogno di sonno, di dare sfogo a sentimenti positivi, possibilmente con il supporto di adeguate scenografie.
Era dimostrato che le persone non adeguatamente coinvolte nelle festività tendevano a cadere in depressione e perdevano lo stimolo a migliorare le performance, giungendo, nei casi più gravi, al suicidio.
I relatori erano concordi solo sull'approvare gli istituti pubblici che fornivano i servizi per il Natale.
Queste istituzioni, aveva ricordato uno degli ospiti, procuravano decorazioni domestiche, accompagnatori per gli acquisti e famiglie ricostituite con cui festeggiare a chi non aveva tempo di organizzarsi da solo. Statistiche alla mano, i luminari dimostrarono che con questo sistema i suicidi non utili erano diminuiti ben del 30%.
Quando il dibattito passò su toni più moderati, facendo quasi appisolare l'anziano spettatore, il segnale di visita offuscò per un attimo le immagini panavisive.
Il signor Cross rispose personalmente, immaginando che fosse il primo dei due ragazzi giunto con i doni da depositare sotto l’albero.
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