Riuscì ancora una volta a calmare la situazione. Io ero disorientato e incuriosito insieme, ricordandomi come mi avesse parlato di un "fattore chiave" per espugnare il Centro. Che si trattasse proprio di quella creatura? Quando Aelc riprese a parlare, aveva di nuovo l'attenzione di tutti su di sé, compresa la mia.- Il Mattatoio è protetto da quattro sensori, posti tutto intorno, ai punti cardinali, che attivano le difese automatiche in caso di aggressione. Di giorno e di notte tengono l'energia al minimo, e non c'è mai nessuno al posto di controllo, non aspettandosi sorprese, mentre dall'Ora Viola a quella delle Foglie Chiuse la sorveglianza è al massimo. Io conosco esattamente la posizione e il modo per disattivare quei sensori: ho tutti gli schemi tecnici del Centro. Me li trasmise un nostro povero fratello che un tempo, come giovane ingegnere, aveva contribuito a installarli, e poi, per via di una insignificante mutazione genetica scoperta in lui da adulto, si era ritrovato prigioniero di quella stessa struttura.
- E perché l'avevano imprigionato là dentro, torturandolo fino a farlo morire, anziché limitarsi a deportarlo? Solo perché non volevano che qualche conoscenza di quel luogo giungesse nel Difuori! Pensate alla sofferenza di tanti nostri simili, a ciò che hanno dovuto subire. Facciamo che non sia stato invano. Io ho continuato a ripetermelo per tutto quel tempo, per non impazzire, ho giurato a me stesso che li avrei vendicati.
Stava cercando di infiammarli, di deviare nuovamente il loro odio verso gli Inalterati: perciò aveva citato quell'episodio. E ci riuscì, naturalmente. Grida selvagge risposero al suo appello. Quando il clamore si fu placato, riprese: - Katiina disattiverà i sensori quando la sorveglianza sarà allentata. Sembrerà un guasto: ma si ritroveranno ciechi e senza difese. E prima che possano ripristinarli, noi attaccheremo!
Le grida divennero assordanti: l'euforia bellica era al massimo, e nessuno più si preoccupava della creatura chiamata Katiina. Ma io avevo molte domande, per Aelc.
Quando ebbe finito di arringare la folla, e passò a discutere i dettagli del piano con Dan e con gli altri capi militari, io mi avvicinai a loro. La creatura fece altrettanto, e questa volta non fu respinta, anche se tutti continuavano a tenersene a distanza, compreso Aelc.
-...ed è riuscita a fuggire dallo scivolo dei cadaveri. - sentii che Aelc spiegava. - Gli Inalterati li danno in pasto ai Simbionti, e poi li osservano mentre mangiano.
Rabbrividii all'idea. Avevo sempre avuto orrore di quelle creature, Mutanti regrediti al livello di vegetali ambulanti, che di solito vivevano in associazione con qualche grande pianta schizza-acido, che li riparava dal caldo e dal freddo e li aiutava a tendere agguati alle altre creature viventi. Poi i Simbionti divoravano le vittime, e la pianta succhiava da loro parte del nutrimento, come linfa...
- Li nutrono al crepuscolo, naturalmente. Di notte lo scivolo è chiuso, ma Katiina ha forzato lo sportello e si è lasciata scivolare fuori.
- A me quelle verdure che camminano non si avvicinano neppure - sghignazzò lei -L'ultimo che ci ha provato è finito arrosto.
- Non si avvicineranno neppure a noi - annunciò Dan. - Ho parlato con loro: non sono disposti ad aiutarci, ma hanno promesso di non interferire.
Aelc annuì con aria di approvazione, mentre io trasecolavo. Parlare con un Simbionte? Forse stavo sognando. O forse c'erano ancora molte, troppe cose che non sapevo sul conto dei miei simili Mutanti e dei loro strani equilibri nel Difuori. Comunque io avevo avvertito la costante presenza di Simbionti, all'esterno: sapevo che ci stavano sorvegliando.
- Allora, entreremo arrampicandoci per lo scivolo. È deciso. - disse Aelc, e tutti annuirono.
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