Sono passati appena nove anni dal suo primo romanzo Revelation Space, che arriverà finalmente in Italia nella collana Urania. E forse Alastair Reynolds non si sarebbe mai aspettato nel 1990, quando il suo primo racconto Nunivak Snowflakes è comparso su Interzone, che un giorno sarebbe arrivato a firmare un contratto da oltre un milione di euro con la Gollancz, che lo impegnerà a scrivere dieci libri per i prossimi dieci anni.
Reynolds è ormai da tempo riconosciuto come uno dei maggiori esponenti della British SF Renaissance, un calderone di autori uniti dal semplice fatto che stanno dando nuova vita al genere, riavvicinando i fan e guadagnandosi anche l'attenzione del mainstream. Rientrano nel movimento nomi come Neil Gaiman, Michael Chabon, Steph Swainston, Jon Courtenay Grimwood e altri. Ma forse colui con il quale c'è maggiore affinità spirituale è Peter F. Hamilton, uno dei maggiori scrittori inglesi di genere e autore di vari cicli fra cui Alba della notte, il cui primo volume La crisi della realtà (ancora Urania, 1996) è forse ad oggi il suo libro di maggiore successo.
Hamilton è andato a recuperare il genere space opera, iniettandogli nuova linfa. Forse il successo dipende dal fatto che i suoi testi sono perfetti per una generazione post Star Wars. In ogni caso ha fatto scuola, contribuendo a un nuovo filone letterario denominato New Space Opera. Come sempre accade, spuntano vari emuli. Uno dei più originali (e infatti ha preso uno strada tutta sua) è proprio Alastair Reynolds, autore della saga Revelation Space (cinque romanzi) e del recente House of Suns (opera a sé, di cui abbiamo parlato qui).
Reynolds, classe 1966, è uno scrittore hard sci-fi specializzato in grandi epopee spaziali. Nel 2004 ha abbandonato il lavoro all'ESA (European Space Agency) per dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Ecco spiegato il suo vero e proprio chiodo fisso per lo spazio: sedici anni a lavorare su progetti legati a telescopi evoluti hanno lasciato il segno. Tutti i suoi romanzi hanno come ambientazione l'immensità dello spazio, dove i protagonisti dal carattere forte si muovono cercando di risolvere un enigma. Il ritmo è quello del thriller.
Cosa vedremo allora uscire dalla penna di Reynolds nei prossimi anni? In una recente intervista al Guardian, l'autore ha dichiarato: “Non mi riesce difficile immaginare dieci libri che vorrei scrivere”. Pare che al momento sia al lavoro su una trilogia incentrata sull'esplorazione dell'universo, la cui ispirazione è arrivata durante una visita al Kennedy Space Center nel 2008. “È stata come una rivelazione: mi sono messo in testa che è un ambizione ancora alla portata dell'uomo.” Evitando però il luogo comune letterario delle basi sulla Luna e oltre, Reynolds è in cerca di nuovi modi per raccontare la colonizzazione delle stelle, anche tenendo conto delle scoperte degli ultimi dieci anni.
Vedremo cosa ne verrà fuori, intanto a ottobre verrà pubblicato il nuovo romanzo steampunk Terminal World, dove – in un futuro remoto – si narrano le avventure di un medico esiliato su un pianeta dove mancano medicine.
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