…Nello spazio ritorna
A come Andromeda rappresenta una sintesi quasi perfetta di tutti i temi in voga nella

Fleming, riconoscendo in Andromeda questi tratti, l’affronta nell’unico modo che ha disposizione: non potendo batterla sul terreno della razionalità, punta a risvegliare la sua parte umana, scritta nel software genetico e che il computer ha copiato insieme a tutto il resto. La copia di Christine si rivela davvero perfetta in ogni dettaglio, poiché sotto le sollecitazioni di Fleming comincia a scoprire di possedere la suddetta empatia, qualità che il computer non è in grado di riconoscere e pertanto non può cancellare. E così facendo, Fleming involontariamente risolve il problema della comunicazione tra razze differenti: se la razionalità permette a chi ne possiede di più di sovrastare l’altro, l’empatia mette tutti sullo stesso piano, stabilendo pertanto un livello di comunicazione realmente paritario. Ecco che allora diventa possibile iniziare una reciproca comprensione tra specie, non basata su algoritmi e dati, ma su sensazioni e sentimenti, riconoscendo nell’altro un proprio simile in quanto anch’egli capace di provare rabbia, gioia, dolore, felicità. Sensazioni elementari e probabilmente comuni a ogni essere vivente, e questo a prescindere dal fatto di essere umani o insetti, “naturali” o “artificiali”.
Grazie al lavoro di Hoyle e Elliot, e allo splendido adattamento di Cremaschi, A come Andromeda è riuscita ad essere la sintesi di tutto questo, presentando in un prodotto di largo consumo, quale è uno sceneggiato televisivo, più livelli di lettura, in grado pertanto di soddisfare l’appassionato dell’avventura e dell’azione quanto lo spettatore più esigente.
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