Le novelization, ossia gli adattamenti in forma di romanzo della storia di un film, sono una operazione difficile. Senza tante perifrasi, non sempre riescono a vivere di vita propria. Essenzialmente sono parte della macchina promozionale, un tentativo di ricavare il più possibile dall'indotto degli incassi di un film. 

Lo scrittore di questo romanzo, Alan Dean Foster, è un veterano di operazioni simili.  Scrisse i romanzi tratti dai primi tre Alien e tante altri adattamenti da film, ultimo dei quali Transformers del 2007. Solo di recente si è scoperto che ha praticamente fatto da ghost writer per George Lucas nella stesura della novelization di Star Wars A New Hope, oltre ad aver scritto Splinter of the mind's Eye, pubblicato parecchi anni fa in italia con il titolo La Gemma di Kaiburr, un tie-in della saga di SW, situato cronologicamente tra EP-IV e EP-V.

Per Star Trek ha contribuito all'adattamento librario dei cartoni della serie animata e ha contribuito anche alla stesura del copione del primo film, Star Trek The Motion Picture.

E' uno scrittore abituato a lavorare su commissione, quindi con personaggi non creati da lui.

L'esperienza di lettura di un adattamento è quasi sempre complementare alla visione del film relativo. Tali prodotti vengono realizzati praticamente in contemporanea con il film, basandosi su una versione della sceneggiatura che presenta scene e dialoghi che poi, per i motivi più disparati, non verranno inclusi nel montaggio definitivo.

In questo caso le differenze sono poche, e a dire il vero chiariscono alcuni punti che nel film erano lasciati alla intuizione dello spettatore. Piccoli dettagli beninteso. Niente che lasci veramente il segno.

Il film originale rimane un buon prodotto, e non è necessario leggere il romanzo per goderne. Mentre sicuramente non è vero il contrario.  Il romanzo non si dilunga su descrizioni di personaggi e ambienti, dando per scontato che si sia visto il film. Agile e snello nella lettura, è sicuramente adatto ad essere considerato una lettura "estiva" facile e disimpegnata e nulla di più. In ogni caso non scindibile dalla visione del film.

Lo stesso Foster ha scritto novelization più personali.

Qui si è limitato ad aderire ai termini contrattuali.

Perplessità e tante, sull'adattamento italiano della copertina.

In quella italiana è scritto:

"Un romanzo di Alan Dean Foster  - Scritto da Roberto Orci e Alex Kurtzman".

Chi ha scritto il romanzo allora?

Nella copertina originale la scritta è "A Novel by Alan Dean Foster - Screenplay by Roberto Orci e Alex Kurtzman". 

Il concetto è che si tratta quindi di un romanzo basato sulla sceneggiatura di Orci e Kurtzman, ma l'ambigua scritta non lo lascia intendere, creando un po' di confusione sulla paternità del romanzo.

Per il resto la traduzione incolore è diretta conseguenza del piatto stile letterario del romanzo originale.

Sicuramente il fan della saga, che ha goduto a vedere il film, non si perderà quest'adattamento. Onestamente è difficile pensare che chi non ha visto il film possa invece avere la curiosità di leggere questo volume, che come esperienza di lettura a sé stante, ha ben poco da dare.