La serie di Star Trek è, da sempre, un emblema di un certo ottimismo…
A partire dal suo titolo (che significa il “percorso tra le stelle”, n.d.r.) Star Trek ha sempre restituito al pubblico una certa visione ottimista della vita e del futuro secondo cui tra centinaia di anni la gente collaborerà non solo tra le razze, ma anche tra le varie specie del cosmo, viaggiando nello spazio verso spazi sconosciuti dell’Universo. Il senso di curiosità e il desiderio di collaborazione prevarrà su tutto il resto.
Qual è il suo primo ricordo di Star Trek?
Quando ero alle elementari un mio compagno di classe era follemente innamorato di Star Trek. Così mi sono imposto di farmi piacere la serie esattamente quanto lui la amava. Non ci sono mai riuscito. È un pensiero che mi è venuto in mente qualche tempo fa in sala di montaggio dove ho visto il mio nome associato a quello di Gene Roddenberry nei titoli di testa. Mi sono rivolto al montatore e ho detto: “Abbiamo fatto un film di Star Trek: non è un po’ strano?!”. Questa è la cosa più bizzarrra: avere fatto un film come questo senza esserne mai stato davvero un fan.
Cosa distingue il suo lavoro in maniera radicale dalla serie?
Sicuramente l’azione. Non ce ne era molto nella serie originale, né nei film. La cosa più importante, però, era riu-scire a creare una connessione speciale tra lo spettatore e tutti i personaggi. I miei film preferiti sono quelli come Matrix e Guerre Stellari in cui una persona qualsiasi rivela talenti incredibili che portano lo spettatore a fare un viaggio pazzesco in una storia assolutamente imprevedibile. Star Trek, invece, è sempre stato un qualcosa dove veniva dato per scontato l’amore per i personaggi, mentre a me interessa che il pubblico possa ritrovare e riconoscere qualcosa di se stesso nei protagonisti. Mi interessava scoprire come delle persone normali potessero diventare gli eroi che tutti conosciamo, anziché prendere dei personaggi noti e condurli verso la loro prossima avventura. La scienza e la fantascienza non sono l’elemento principale del mio film, mentre i personaggi sono al centro della narrazione. Nessuna storia ha senso se l’elemento umano non è al suo centro. L’avventura senza personaggi che ami è solo rumore e noia…
Dal punto di vista tecnico oltre agli effetti visivi lei sembra avere dato ancora una volta molto spazio all’elemento sonoro…
Per me la musica e i suoni di un film rappresentano il 51% del lavoro.
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