Dopo la conclusione dello straordinario ciclo di Battlestar Galactica, l’attenzione e le aspettative dei fan si riversano su Caprica, il prequel ideato da Ronald D. Moore che andrà in onda agli inizi del 2010 con una serie di diciotto puntate di cui abbiamo appena avuto un ampio assaggio tramite questo pilot introduttivo di un’ora e mezzo, che sarà distribuito in dvd (in USA) dal 21 aprile prossimo.
La storia si svolge cinquantotto anni prima dell’attacco dei Cylon e narra gli eventi che porteranno alla distruzione delle dodici colonie. Si tratta fondamentalmente di una saga familiare nella quale vengono prese in esame le due dinastie che avranno il ruolo principe nel determinare la storia futura dell’intera umanità.
Da un lato abbiamo gli Adama, una famiglia immigrata a Caprica da Tauron, dove ritroviamo un William undicenne, che come ben sappiamo è destinato a diventare l’ammiraglio più famoso della flotta, e suo padre Joseph, un importante avvocato di diritti civili macchiato da amicizie discutibili.
Dall’altro lato i Greystone, ricchissima famiglia di scienziati a capo di un impero finanziario e tecnologico, creatori quasi inconsapevoli della specie Cylon.
Entrambe le famiglie sono legate a filo doppio dal dolore e dall’ossessione per i propri cari morti nel corso di un attentato terroristico di matrice religiosa che li porterà di fronte a delle scelte morali e ideologiche che determineranno il corso degli eventi futuri.
Il cast è di tutto rispetto, troviamo infatti nel ruolo di Daniel Greystone il noto attore Eric Stoltz, che in molti ricorderanno come il Lance di Pulp Fiction, ma anche per le sue interpretazioni in Butterfly Effect e Killing Zoe.
Il suo antagonista, Joseph Adama, è interpretato da Esai Morales, noto ai fan di fantascienza per aver recitato il ruolo del maggiore Beck in Jericho, ma anche per la sua pluriannuale presenza nelle ultime stagioni della serie cult NYPD Blue.
Entrambi forniscono un’ottima interpretazione risultando molto credibili nel proprio ruolo, in special modo nel differente modo di gestire la propria ossessione e il proprio inferno personale.
Analizzando il cast troviamo anche la bellissima Polly Walker nel ruolo di Sister Clarice, già nota per la sua interpretazione di Atia nel serial storico Rome, e Paula Malcolmson, che è Amanda, la moglie di Daniel Greystone, tra le cui interpretazioni segnalo Lost (Colleen) e Deadwood.
Esteticamente la società di Caprica ha un aspetto iconografico che ricorda molto quello degli anni ’50 americani, filtrato però da una massiccia presenza tecnologica e futuristica che crea un humus e una miscela interessanti e originali. Anche gli esterni e gli effetti coreografici e speciali sono estremamente curati, assistiti da una fotografia molto scura in grado di sottolineare al meglio l’umore tragico e ossessivo che pervade il racconto.
Ma le buone notizie si fermano qui. Credo infatti che questo pilot di Caprica sia un’occasione sprecata, Moore e soci sono infatti riusciti solo parzialmente a trasferire la potenza narrativa presente in Battlestar Galactica mentre sono stati abili nel travasare gli aspetti più deleteri.
La prima cosa che salta agli occhi è la quasi totale assenza di azione, e non parlo di gente che si spara o si ammazza con frenetici inseguimenti di automobili, ma di eventi: per oltre metà episodio non succede praticamente nulla e lo spettatore si ritrova in una sorta di limbo inerte, dove la sceneggiatura è interessata esclusivamente a descrivere in maniera pesante e maniacale le ossessioni e le emozioni derivate dalla perdita di un familiare, dimenticandosi di far succedere qualcosa.
Tutta la parte centrale del pilot (oltre quaranta minuti) è probabilmente riassumibile in meno di dieci minuti di buon telefilm. La regia non aiuta certo a risolvere i problemi di lentezza derivanti dalla sceneggiatura, ma con lunghi piani sequenza e indugiando pesantemente sui primi piani alimenta la sensazione di fiacchezza e torpore.
Trovo anche molto discutibile, moralistica e semplicistica la raffigurazione che si vuol dare della corruzione e della decadenza della società di Caprica rappresentandola banalmente attraverso il patetico night club di una realtà virtuale che racchiude la summa di ogni possibile depravazione.
Anche dal punto di vista sci fi, le idee presentate in Caprica sono quanto di più visto e scontato possibile e sono riassumibili in una sorta di macedonia composta da Matrix, Strange Days e Terminator. I tempi della miniserie di Battlestar Galactica che sei anni fa avevano infiammato l’animo dei cultori della fantascienza sembrano davvero lontanissimi, probabilmente Caprica potrà svilupparsi anche in maniera dignitosa e fondamentalmente godibile, ma con questi presupposti di scarsa originalità dubito fortemente che si possa mai arrivare a gridare al capolavoro.
A questo punto non resta altro che darci appuntamento al 2010 per vedere smentite o confermate le sensazioni ricevute da questo pilot.
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