33 anni, 374 numeri. E ora la parola fine, almeno per la sua versione stampata. Starlog è una rivista mensile americana dedicata interamente alla cinematografia e ai programmi televisivi di fantascienza (pubblicata dallo Starlog Group Inc) creata nel 1976 da Kerry O'Quinn (creatore anche di Fangoria, specializzata nel horror) e Norman Jacobs.
Inizialmente O'Quinn voleva semplicemente creare un numero monografico dedicato a Star Trek, inserendo interviste (tra cui una a Gene Roddenberry), una guida agli episodi e fotografie inedite. Questo però creava un problema di diritti e di royalties da pagare alla Paramount, il cui costo sarebbe stato troppo alto per un progetto del genere. O'Quinn però capì che poteva aggirare lo scoglio creando una rivista dedicata alla fantascienza in genere, anche se poi avrebbe usato il materiale su Star Trek come argomento principale. Ed ecco che nacque Starlog.
Il successo fu tale che si passò da una frequenza quadrimestrale a uscite ogni sei settimane e poi al mensile. Particolarmente importanti furono i numeri 100, 200 e 300, ricchi di interviste e di speciali graduatorie con le persone più importanti nella fantascienza. Trattando dei film in lavorazione riuscì talora ad anticipare futuri successi come nel caso di Star Wars, diventando un punto di riferimento nel settore. Starlog si espanse anche con edizioni estere in Giappone, Brasile, Francia e Gran Bretagna.
L'8 aprile è però stato annunciato che il numero 374 sarà l'ultimo stampato in maniera tradizionale. La decisione, definita "la fine temporanea della versione attuale di Starlog", diventerà molto probabilmente permanente. "Dopo 33 anni e in considerazione dello stato attuale dell'economia, sentiamo che sia giunto il momento di una riorganizzazione e di cambiare il modo in cui la rivista è realizzata," recita l'editoriale.
Contemporaneamente, però, è stato anunciato che il numero 375 sarà disponibile in forma digitale, mentre notizie e articoli continueranno ad apparire sul sito www.starlog.com (che però dal dicembre 2008 a marzo 2009 aveva praticamente smesso di funzionare o aveva comunque tenuto un basso profilo).
Le reazioni non si sono fatte attendere (ne trovate una selezione fra le risorse di rete) e sono un misto tra il sentimento "è la fine di un'era" e gli auguri per una rinascita vera e propria.
È chiaro che la rivoluzione di internet, che ha cambiato in maniera radicale il modo di proporre le notizie, ma anche il materiale visivo legato a esse, continua a trasformare l'editoria. Se è vero che quasi tutti sono convinti che i libri non spariranno come oggetto fisico, non è detto che sia così per i fumetti e ancor più per le riviste e i giornali.
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