
Intorno a questi tre personaggi chiave ruoteranno molti altri protagonisti, alcuni più importanti nell’economia della serie, come ad esempio Charles Vaughn (interpretato dall’attore Dennis Lill), un altro leader di comunità, inizialmente antagonista di Preston. Sicuramente però tra i protagonisti più importanti della serie va citata l’ambientazione, quasi interamente rurale se si eccettua il primo episodio. L’acerba e malinconica brughiera inglese diventa uno scenario perfetto, metafora della natura che con la scomparsa del genere umano finalmente si riappropria degli spazi che la civiltà le aveva rubato: sentieri sterrati, fronde degli alberi mosse dal vento, masse di rovi che soprattutto di notte sembrano muoversi di vita propria. In tutto questo paesaggio i piccoli agglomerati urbani, villaggi deserti e capannoni pieni di cadaveri, sembrano isole destinate a essere lentamente fagocitate dal maestoso avanzare della natura. In questo contesto i sopravvissuti devono letteralmente strappare spazio alla natura, come naufraghi su un’isola deserta costretti a divorare centimetro dopo centimetro all’incedere della massa verde. Le contee del Monmouthshire, del Worcestershire, dell’Herefordshire, le regioni di Suffolk, del Derbyshire e le mitiche Highland scozzesi: tutti questi luoghi diventano spettatori silenziosi ma non assenti alle piccole vicende umane, consapevoli di essere in grado di resistere e superare ogni evento.
E lo stesso silenzio diventa elemento essenziale per creare la tensione narrativa. Il tramonto dalla civiltà con i suoi rumori di traffico, treni che passano, vociare di ragazzi, comunicati radiofonici e televisivi, telefoni che squillano, si avvera nel giro di una notte, lasciando le strade delle piccole cittadine inglesi immerse in un silenzio privo anche di quel rumore di fondo a cui le società moderne ci hanno abituati. Il silenzio è il vero testimone dell’ingresso in una nuova era, meno rumorosa ma forse più autentica.
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