In un futuro non molto lontano i desideri sessuali e le fantasie erotiche saranno pienamente soddisfatti dall’utilizzo di cloni e androidi con memorie impiantate. Questa è la base sulla quale si sviluppa Forbidden Science, una serie dove il soft-porn patinato di Playboy incontra la fantascienza.
Tutto ruota intorno a una compagnia chiamata 4Ever, i cui brillanti scienziati scaricano e vendono ricordi, impiantandoli in dei cloni, in grado di rendere immortali relazioni e amori perduti. Da questa breve descrizione risulta evidente come questa sia un’idea assolutamente abusata, dalla letteratura alla televisione al cinema.
Forbidden Science si distingue però da quanto visto in passato per proporre un approccio integralmente erotico: la fantascienza infatti è un semplice e comodo pretesto per sviluppare situazioni e fantasie erotiche a uso e consumo dei fan di Playboy Channel et similia.
In questa prima puntata ci viene descritta sommariamente una trama che di tanto in tanto interrompe in maniera discreta le scene di nudità e di sesso, esplicite ma non troppo come nella buona tradizione del soft-porn alla Playboy.
Buona parte del cast infatti è composto da belle conigliette e playmate alla loro prima, e speriamo ultima, esperienza recitativa, e al timone di comando troviamo una vecchia volpe del settore, tale John Quinn, che si è distinto in passato per una moltitudine di produzioni erotiche per canali via cavo.
Tornando alla trama (?), si intuisce che la protagonista della serie sarà Bethany Montrose, una donna che esce distrutta da un divorzio e non trova di meglio che venire assunta come responsabile delle vendite per la 4Ever Corporation trovandosi così invischiata in casi di sesso morboso in grado di stuzzicarle l’appetito.
Compagna d’avventure della bella Bethany è il capo-ingegnere e brillante scienziata Dr. Penny Sterling, che tra una minigonna ascellare e una partita a pac-man cerca di dare il contenuto scientifico alla faccenda.
Il telespettatore si trova irradiato da una quantità industriale di belle ragazze e modelli palestrati, almeno secondo lo standard dell’americano medio a cui piace guardare la televisione con una birra in una mano e qualcos’altro nell’altra. Lo squallore, la povertà intellettuale, la piattezza del montaggio e della regia fanno pensare ad uno scherzo, e forse è un vero e proprio scempio che questa serie possa essere, seppur trasversalmente, annoverata tra i telefilm a carattere fantascientifico.
Ma anche i fan del genere erotico, a cui questa serie è primariamente indirizzata, troveranno molto da ridire sull’onestà intellettuale di corpi che sembrano fatti di plastica e disegnati col bisturi, infarciti di silicone e punzecchiati col botulino.
Personalmente credo infatti che le scene di sesso rappresentate in questo telefilm siano quanto di meno erotico abbia mai visto e a peggiorare la faccenda c’è la totale assenza dell’elemento di comicità involontaria proprio dei filmetti erotici di serie z, e che ne renderebbe al limite sopportabile la visione giustificata da quattro risate gratuite in compagnia di amici.
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