Avanti cent’anni a noi, su una Terra che ha conosciuto un’altra guerra mondiale e che tuttavia è sopravvissuta, la grande rivoluzione della scienza medica è il “Trattamento D”: una cura genetica che avrebbe dovuto produrre l’eterna giovinezza e che ha fallito regalando però un risultato che molti giudicano apprezzabile. Fermare il tempo. Bloccare i processi di invecchiamento per venti lunghi anni, con una certezza però: che alla fine il conto da pagare sarà la morte.
Tutto sommato uno scambio che molti apprezzerebbero: ma non Max Feder, l’anziano e ricco ospite di una casa di cura che è sempre stato ostile al trattamento e che tuttavia – d’un tratto – trova un buon motivo per sottoporvisi: un motivo che lo porterà a una ricerca avventurosa. E anche romantica.
È questo il soggetto intorno al quale muove Trattamento D (The Fountain of Age) il romanzo della celebrata scrittrice Nancy Kress, vincitrice di tre premi Nebula e di un Hugo. Una trama intrigante che affronta un motivo centrale di molta letteratura – non solo di quella fantascientifica: fermare il tempo, evadere al destino ecumenico della morte. Ma la Kress, da esperta e scaltra scrittrice quale è, scarta e passa a lato della (noiosa) prospettiva dell’eternità e propone un quesito assai interessante: chi accetterebbe vent’anni da leone sapendo che al fondo lo attende sicuramente la morte? Chi sarebbe disposto a firmare questo in fondo diabolico patto che “ferma l’attimo” ma alla fine gira la clessidra di colpo?
È così, con uno prospettiva a modo suo curiosa e inedita, che la fantascienza di Nancy gioca con il tema principe non solo della letteratura, ma della intera nostra esistenza: il sogno di poter sfuggire all’appuntamento con la stazione di arrivo, rimandare l’ineluttabile e procrastinare l’arrivo del momento finale.
Un gioco che è stato di molti, ma che trova in Trattamento D una declinazione inedita, speciale. Ed estremamente intrigante.
Nancy Kress, Il trattamento D (The Fountain of Age) Delos Books, Odissea, pagg. 120, euro 9,90.
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