Davanti a lui una moltitudine brulicante di Golem era assiepata alla base di una gigantesca montagna la cui interezza non era comprensibile a occhio nudo. Si muovevano lenti e salivano la montagna. Li raggiunse e s'accodò silenzioso.Andavano tutti verso la metà femminile del cielo.In un cammino eterno...

Avanzò così per giorni, mesi, anni. Finché sopra la sua testa, attraverso le membrane di cristallo del soffitto, l'oscurità dell'universo non lasciò posto all'immensa forma della luna. Dapprima un punto lontano, poi una sagoma avvinta nella morsa di Bhaga. Nelle fauci della Bestia.

Infine tanto vasta da essere il cielo stesso.

La Ierogamia era iniziata e sarebbe stata completata per divenire Teogamia nel momento in cui l'amplesso avrebbe legato il Dio Sole al sistema terra-luna.

Attorno a lui i Golem si lasciavano cadere a terra, affondando le unghie nel proprio petto e squarciandosi le vesti e le carni. Sprofondavano nel terreno molle del monte Bhaga, e lì, immobili, si scioglievano, lasciando che le loro interiora di carne e metallo divenissero parte del monte e si saldassero alla Bestia. La linfa vitale scorreva in densi rivoli e lenta si cristallizzava, i nervi si fondevano in reti complesse e sempre più strutturate, attorno alle quali nuovi strati di sebo e tendini si avvolgevano a proteggerle.

A milioni, miliardi li vide cadere e dare vita a nuove foreste che crescevano come ninfee verso il cielo cibandosi di altri corpi. I Golem si abbracciavano e i loro arti svanivano in una compenetrazione assoluta. Bambole senza vita dagli occhi vitrei e spenti. 

Sopra, la luccicante membrana aperta sul cielo sembrava precederlo come l'immensa ala di una gigantesca farfalla che si dispiegasse al vento solare.

Procedette ancora giorni e mesi, finchè non fu solo, e soltanto allora comprese che il suo evento finale era diverso.

Lui era lo Ierofante!

Ed era giunto all'altro lato della luna. L'intero satellite, come una sposa, era ormai vestito da un delicato velo che rifletteva la luce di un sole sempre più potente e sempre più vicino. 

Ierogamia... davanti a lui si alzava, dal suolo di carne e metallo, un bozzolo intessuto con la stessa filigrana con cui la luna era stata avvolta. Come un fiore di loto si apriva verso il soffitto in petali che sembravano reggere la volta celeste.

Bèl scostò le delicate tende ed entrò nell'alcova: al centro, mescolato a una colonna di fibra organica c'era un Golem, a braccia aperte e protese, attendeva il suo abbraccio, l'ultimo amplesso, la fusione che avrebbe completato il rito.

Bèl mise un piede avanti e intrecciò una mano a quella dell'altro Golem. Per un istante si fusero e un brivido percorse la sua schiena e i loro sguardi vuoti s'incrociarono.

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