Il racconto più esemplare di tutti mi sembra The Other Celia. Racconto inclassificabile, ascrivibile alla fantascienza, al fantasy o all’horror, a seconda di quale decidiamo sia la natura della protagonista Celia; esemplare perché mostra come il vero male venga ancor prima della malvagità e nasca semplicemente dal non astenersi dall’invadere la sfera dell’altro. Si badi bene: dell’altro, che è discorso universale, e non necessariamente del diverso (e Celia, credetemi, diversa lo è davvero). Questa distinzione, solo apparentemente sofistica, spiega perché il racconto sia ancora così fresco e attuale a cinquant’anni suonati, libero da ogni cascame ideologico e non arruolabile da nessuna parte politica. L’ottuso e balordo Slim causa la distruzione di Celia semplicemente, detto in banali parole, astenendosi dal farsi gli affari propri, salvo poi defilarsi pur di non assumersi responsabilità di sorta. Fare come Slim, ficcare il naso nella vita del vicino di stanza (o di confine, se è per questo) vuol dire praticare il male che deriva dall’ignoranza, non meno micidiale di quello consapevole. In una short story lieve senza essere minimalista, scarna ed elegante, Sturgeon dà una rappresentazione della cattiveria che ancora oggi farebbe la parte del leone in antologie del genere Anime nere curate da Alan D. Altieri.
Luigi Rosa
Sturgeon ha scritto due episodi di Star Trek che in qualche modo hanno lasciato il segno nella saga spaziale. Il primo, Shore Leave (Licenza di sbarco), narra di un pianeta in cui può essere ricreata ogni situazione con lo scopo di divertire il visitatore; possiamo senz’altro affermare che la storia tratti di un holodeck ante litteram, una tecnologia che negli anni successivi Star Trek avrebbe reinventato per diversificare i tipi di storie da raccontare.
Senza dubbio l’episodio più famoso di Sturgeon è Amok Time (Il duello), che porta il telespettatore sulla superficie di Vulcano e mostra i lati nascosti di questa civiltà in cui, si scopre, la logica ferrea è semplicemente una maschera indossata per nascondere un passato di violenza e lotta. Questo episodio è servito come base a moltissime opere di fan fiction scritte negli anni successivi, sia per l’ambientazione di Vulcano sia per i rituali visualizzati nella storia.
Sturgeon ha scritto anche un episodio per Star Trek Phase II, la serie che sarebbe dovuta partire alla fine degli anni 70 e che è stata poi sostituita da Star Trek – Il film. L’episodio in questione ha come titolo provvisorio Cassandra e si rifà alla storia dell'omonimo personaggio della mitologia greca trasposta nel futuro.
Carmine Treanni
La potenza della narrativa di Sturgeon sta, a mio avviso, nella descrizione della psicologia dei personaggi, che procede per accumulazione di dettagli, sensazioni, stati d'animo: il tuttoper tratteggiare l’anima inquieta e inquietante dei protagonisti delle sue storie. Come per esempio è stato per Spock, il personaggio della serie televisiva Star Trek.
Lo scrittore americano era un grande amico di Gene Roddenberry, il creatore di Star Trek, e scrisse due fra gli episodi più belli della serie: Il duello e Licenza di sbarco. Nel primo diede spessore al personaggio di Spock: creò il famoso saluto vulcaniano “Lunga vita e prosperità” e il “pon farr”, ossia un antico rituale d'accoppiamento. Ma il contributo più significativo di Sturgeon all'Universo Trek è, forse, la formulazione della “Prima direttiva”, ossia la norma che impedisce alla Federazione dei Pianeti Uniti di interferire con le civiltà meno progredite.
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