Una tua storia è apparsa sulla nota rivista Heavy Metal”, la prestigiosa versione d’oltreoceano di “Metal Hurlant”. Cosa ha significato per la tua carriera pubblicare su una rivista così prestigiosa?

Un’ immensa gioia e felicità. Dal punto di vista della carriera però, non ha portato alcun beneficio.

Un passo importante della tua carriera è stato anche la collaborazione con Emilia Perri per Korea 2145. Ci parli di questa tua storia a fumetti che ha riscosso un notevole successo sia di pubblico sia di critica?

Il merito della genesi di questa splendida storia è soprattutto dell’Albatros edizioni. Io stavo lavorando ad un nuovo fumetto poliziesco per il mercato francese dal titolo “Hyperion”. L’Editore Albin Michel, però perdeva tempo e la tirava un troppo per le lunghe. Io avevo da poco realizzato copertina ed alcune illustrazioni per il libro La profezia d’Arcadueò proprio per l’Albatros. Luigi Bontapolito, direttore editoriale della casa editrice napoletana, prima era interessato a pubblicare Shinedome (che però aveva già tre cartonati pronti), quindi visto la lunghezza di quest’ultimo, vedendo le prime tavole di “Hyperion” mi disse: “Belle…riesci a ricavare da queste belle pagine una storia con denunzia sociale?”. Mi chiusi una domenica pomeriggio nella camera da letto e da solo, in due ore, partorii il soggetto di “Korea 2145”. La feci vedere all’Albatros che subito trovò ottima l’idea. Poi presi contatto Emilia Perri, che non batté ciglio e subito disse sì! Il risultato che dopo due anni 1.200 copie del cartonato sono state esaurite e il libro ha avuto ben 5 nomination (tutt’oggi un record ineguagliato) al Premio Carlo Boscarato di Treviso e ha vinto due premi.

Nei tuoi disegni si avverte anche una profonda influenza della grammatica visuale del cinema, penso alle inquadrature dei tuoi disegni che spesso sono proprio cinematografiche più che fumettistiche. È una scelta voluta?

Sì! In assoluto una scelta voluta, e molto vicine al mondo dei manga.

In molti tuoi lavori, penso a Korea 2145 o a Lufer, la contaminazione fra le tue passioni come lettore e spettatore si fondono con la tua sensibilità artistica. In Lufer, ad esempio, ci sono citazioni ad un telefilm come Stursky e Hutch, ma si sente anche l’influenza di manga ed anime giapponesi. È un tuo modo per comunicare queste tue passioni o per richiamare alla mente del lettore alcune delle icone dell'Immaginario Collettivo?

Ti ringrazio per queste tue osservazioni. Mi sono spesso chiesto com’era possibile che tutti quelli che mi facevano interviste o articoli, non notassero quest’aspetto fondamentale delle mie opere. Complimenti, mi piacerebbe fare un dibattito su questa connotazione importante del mio lavoro. Solo Fabrizio Malerba della Lupiae Comicx di Lecce, aveva avuto la sensibilità di affrontare quest’argomento..

Dietro i tuoi lavori, soprattutto quelli più recenti, c’è un grande lavoro di documentazione preparazione, sia per quanto riguarda le sceneggiature sia per i disegni. Quanto è importante questa fase per te?

Fondamentale! Prima di iniziare un fumetto, passo un mese e più per la sua preparazione. Ma la ricerca e la documentazione continua per tutto il processo lavorativo. Io sono un autore in perenne cammino e sempre alla ricerca di perfezionarsi ed imparare.

Come disegnatore ti sei espresso sia con il bianco e nero sia con il colore e in alcuni casi hai usato anche il computer per la colorazione. Che tipo di tecnica ami più di ogni altra?

Tutte senza distinzione. Sono una perenne fonte di emozioni e ricerca. Se ti dico che le amo tutte senza alcuna differenza, mi credi?