No, la questione della pece e del petrolio non è un anacronismo, allora già li si conosceva. C’erano laghi di asfalto e anche di petrolio in superficie. Entrambi venivano considerati malsani e opera del diavolo, da tenere il più lontano possibile. A giudicare dall’inquinamento di oggi, forse avevano ragione. Conoscevo però il Fuoco Greco, che non è un’invenzione della mia mente. È una mistura chimica che funziona al contrario, si infiamma a contatto con l’acqua. Bene, avevo l’epilogo della mia storia.Volete una morale? No, non sono bravo a tirar fuori insegnamenti profondi, posso soltanto far riferimento a quello che ho imparato sulla mia pelle. In tutto l’arco della vita esiste un equilibrio perfetto. Se ottieni qualcosa rammenta sempre che qualcosa devi dare, se sorridi non lamentarti quando piangi.Corrado ha salvato la sua novizia, ma ha perso un padre proprio quando l’aveva ritrovato, per un amaro scherzo del destino.Era però giusto così, perché la nostra vita deve essere votata al futuro e il nostro futuro sono i nostri ragazzi.
Risposte.
(1) I primi cocchi con l’abitacolo sospeso a quattro archi metallici, una sorta di ammortizzatori ante litteram, furono costruiti intorno alla metà del XV° secolo nella città ungherese di Kotcze, da cui il cocchio prese il nome, per poi diffondersi negli altri paesi, compresa l’Italia. Soltanto verso la metà del ‘600 il cocchio si trasformò in carrozza, sostituendo la vecchia impalcatura di cuoio con una vera e propria cassa in legno alquanto robusta.
La carrozza quindi è nata ed è stata utilizzata intorno al 1600. Parlare di una carrozza nel 1100 è, appunto, un anacronismo.
(2) In quel tempo c’erano sostanzialmente tre modi per muoversi. Quasi tutti andavano semplicemente a piedi. Chi poteva permetterselo aveva una bestia da soma, un asino, un mulo. Qualcuno, economicamente ben messo, andava a cavallo. Ma le famiglie nobili, le persone di un certo ceto e ricche, si muovevano su carri a due ruote trainati da cavalli. Alquanto scomodi, perché le ruote, rigide e senza raggi, sobbalzavano a ogni pietra o fosso, allora non c’erano certo le strade di adesso, erano per lo più coperti da teloni di lino o di canapa o di pelle, che servivano a proteggere i passeggeri dalle intemperie, dalla polvere o, più semplicemente, dalla vista.
Quindi ho dovuto subito porre rimedio al mio errore e sostituire la carrozza con un carro. E ho dovuto far scendere le due donne dalla parte posteriore, come appunto si faceva.
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