Era il 2006 e Epic Games, storico sviluppatore di grandi videogame, in collaborazione con Microsoft, lanciava sul mercato Gears of War, videogioco d'azione che avrebbe segnato il passaggio definitivo dei giocatori alla fiammante console Xbox 360. Il gioco è stavo la prima vera killer application per la neonata piattaforma, vendendo oltre quattro milioni di copie nel mondo, e stabilendo un nuovo standard in fatto di grafica e giocabilità. A due anni esatti di distanza, lo scorso 7 novembre, in tutto il pianeta è stato lanciato il suo seguito, intitolato semplicemente Gears of War 2, con il quale il duo Epic-Microsoft promette di disintegrare i record stabiliti dal primo capitolo.
Il gioco, che è il secondo capitolo di una trilogia creata sullo stile di Halo, riprende esattamente dove il primo capitolo era terminato. Marcus Fenix era un semplice soldato incarcerato in seguito a un'ingiusta accusa di tradimento. Ma l'attacco in massa delle Locuste, esseri umanoidi che vivono nel sottosuolo del pianeta Sera, fornisce a Fenix l'occasione di lasciare la galera per aggregarsi a una squadra speciale, il cui compito è di costruire una mappa completa dei tunnel sotterranei in cui le Locuste si annidano. Marcus compie talmente bene il suo compito da diventare un leader e portare l'esercito della COG allo scontro finale con il Generale Raam, capo dell'esercito nemico.
Ma le Locuste sono tutt'altro che domate, e nel secondo capitolo lo dimostrano appieno. Guidate dalla loro Regina, continuano a scavare tunnel sotterranei con i quali fanno sprofondare una a una tutte le grandi città del pianeta, provocando perdite immani. L'ultima città rimasta in piedi, Jacinto, è anche l'ultimo baluardo della razza umana. Tocca ancora a Marcus e ai suoi veterani, insieme ad alcune nuove leve, affrontare le orde nemiche e provare a distruggere i tunnel scavati dalle Locuste, prima che il pianeta ne venga letteralmente divorato. In effetti un primo elemento di interesse di Gears of War 2 sta proprio nella trama, che è stata sviluppata in maniera molto più approfondita rispetto al primo episodio. Ora i vari personaggi, compresi i nuovi entrati, sono descritti meglio sul piano psicologico e della personalità, e assumono un ruolo più importante nello svolgimento del gioco anche rispetto allo stesso Marcus Fenix. Stessa cosa vale per le Locuste, delle quali vengono finalmente spiegate le origini e le motivazioni della loro ferocia.
La maggiore attenzione degli sviluppatori verso la storyline non ha fatto però perdere di vista il vero obiettivo: costruire un seguito che fosse più adrenalinico, più massiccio e più cattivo. E infatti l'azione non manca, gli scontri sono frenetici e a tratti sfiorano le caratteristiche del massive game, con centinaia (!) di nemici sullo schermo. A mostri nuovi di zecca si aggiungono altri che nel primo episodio avevano fatto solo una breve comparsata, e che invece nel secondo il malcapitato giocatore dovrà affrontare anche due o tre alla volta. Il gameplay è stato reso più vario, aumentando le mappe da percorrere a bordo di mezzi di vario genere e introducendone altre in cui la tattica del cecchinaggio risulta vincente. Ci sono nuove armi a disposizione dei marines, e nuove mosse per il combattimento corpo a corpo, che aumentano le alternative di lotta.
Ovviamente la parte grafica rimane superlativa. L'Unreal Engine 3.5 è stato implementato a dovere dai programmatori di Epic, e il gioco pertanto riesce a spremere fino all'ultimo bit della console. Il risultato è di prim'ordine, con una struttura dei livelli ricca e dettagliata, l'ambiente è in buona parte modificabile, il che rende il gameplay ancora più avvincente, i nemici sono ottimamente dettagliati. Anche il comparto sonoro è degno di nota, soprattutto per quanto riguarda le musiche di accompagnamento, che in alcuni frangenti sono tali da non far rimpiangere i kolossal hollywoodiani.
La campagna in single player è decisamente più longeva rispetto al primo capitolo, ed è in grado di impegnare anche i giocatori più esperti per parecchie ore. La parte multiplayer prevede una modalità cooperativa, da giocare sia online che in split screen. In conclusione, gli sviluppatori sembrano essere riusciti nel loro intento: confermare quanto di buono c'era nel primo capitolo, lasciando intanto un assetto di azione quasi pura che ha fatto la fortuna del gioco. E al tempo stesso migliorare quanto c'era da migliorare, a partire dalla storyline, per arrivare alla grafica e alle musiche. L'unico mancato miglioramento consiste nel fatto che il gioco è disponibile solo per Xbox 360; la speranza è che i possessori di PC non debbano aspettare un anno per poter installare il titolo sulle proprie macchine. Per il resto, solo il tempo dirà se Gears of War 2 ripeterà il successo del precedessore; in attesa del terzo capitolo, lo scontro finale con le Locuste.
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