Per quanto Dick e Sun Ra abbiano lavorato in ambiti diversi, entrambi hanno instillato nella mente di un lettore attento o di un ascoltatore arguto il medesimo dubbio: c'è qualcosa da ricostruire e questo qualcosa è la percezione della realtà vissuta.

Se analizziamo l'idea di progresso che tutti noi conosciamo e accettiamo come fine comune del sistema politico, sociale, morale, economico occidentali ecc. ci rendiamo presto conto che tale idea coinvolge quella di futuro. Gli antichi concepivano la storia come un ciclo di eventi che periodicamente ritornavano; il cambiamento era visto come l'effetto di un intervento soprannaturale. In alternativa, la storia era vista come un lungo processo di decadenza da uno stato iniziale di perfezione: l'età dell'oro infatti veniva collocata nel passato, non nel futuro. A partire dall'Illuminismo invece questa idea prese piede dalla constatazione del progresso scientifico che si tradusse in incremento e diffusione universale del sapere in quanto sviluppo e perfezionamento. Sebbene le due guerre mondiali abbiano indebolito fortemente questa concezione illuminista, la centralità della scienza tradotta in tecnica e poi in tecnologia è rimasta determinante nel valutare l'andamento del nostro percorso evolutivo. Proiettato nel futuro l'occidente ha esercitato un potere dal quale l'Africa in particolare è stata esclusa. Tale esclusione non ha portato solo al colonialismo quanto all'estromissione radicale del popolo afro dal partecipare all'idea di futuro in maniera attiva.
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