Nel 1952, Sunny proclamò la sua vocazione: Egli era un cittadino di Saturno, non del Pianeta Terra; era non umano, piuttosto un “angel race”; si riteneva un messaggero, il servo di un Comunicatore Cosmico di cui doveva recapitare il messaggio.

Le performances di Sun Ra, spettacolari ed elaborate, muovono dal bisogno di una riconciliazione; lui, l'alieno che proviene da un altro pianeta, la cui musica si proclama evocazione di una realtà a venire, di un viaggio spirituale che nello shock dell'estraneità conserva una carica speculativa.
Nel 1972, Darko Suvin definisce la fantascienza come un genere letterario la cui condizione necessaria e sufficiente è la presenza e l'interazione di estraneità e cognizione che permetta all'autore di elaborare un contesto immaginario alternativo alla realtà empirica circostante. Per trasporre questo concetto su un piano più vasto che comprenda tutte le arti in genere possiamo pensare all'esame particolare fatta dai formalisti russi del concetto di “ostranénie” (estraneità). In Resurrezione della parola, Victor Chklovski propone una connotazione del concetto di de-familiarizzazione in rapporto alla funzione speculativa dell'opera d'arte. La potenza dell'arte non è quella di un realismo che sarebbe adatto a fornire una rappresentazione adeguata della realtà storica e sociale supposta, al contrario la destabilizzazione della rete dei significati e delle rappresentazioni che costituiscono la nostra immagine della realtà. Questa sospensione permette di concepire “l'estraniamento” come una chiave capace per la mente di aprire una porta in grado di mostrare una nuova percezione del mondo. Chiunque abbia avuto l'occasione di ascoltare Sun Ra, avrà notato la particolarità del suo fare musica che accresce la difficoltà dell'ascoltatore per le sue dinamiche improvvise e spesso estranianti. Lo stesso vale per i romanzi dickiani degli anni 60-70 in cui il problema di una realtà univoca ed autentica disorienta il lettore catapultandolo in un labirinto cognitivo non facilmente districabile.
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