Dopo aver scritto prequel, sequel, sequel dei prequel e prequel dei sequel, a Brian Herbert e Kevin J. Anderson è venuta un'idea geniale: hanno inventato gli interquel.
Un interquel - proponete voi una traduzione italiana del termine, se volete - sarebbe un romanzo che non si colloca prima o dopo l'opera a cui fa riferimento, ma in mezzo da qualche parte.
Forse non è un caso nuovissimo; se vogliamo, c'è pieno di libri per esempio di Star Wars o di Star Trek ambientati nel periodo in cui si svolgono le saghe. Oppure pensiamo al film Razor, ambientato tra la seconda e la terza stagione di Galactica. Questo caso tuttavia è un po' diverso, perché non si racconta una storia avulsa dal flone principale, ma si vuole colmare uno spazio narrativo lasciato vuoto dal creatore originale.
È quello che hanno fatto Brian Herbert e Kevin J. Anderson con Paul Of Dune, uscito in USA e UK. Cosa è accaduto a Paul Muad'dib dopo essere diventato imperatore? È certo che chi legge il ciclo di Dune resta legato allo straordinario personaggio creato da Herbert, che dopo il breve Messia di Dune sparisce per lasciare il campo all'Imperatore-Dio Leto II. Herbert e Anderson colmano questo vuoto con 512 pagine che raccontano la storia dei dodici anni trascorsi tra la fine di Dune e l'inizio di Messia di Dune, dodici anni, ci raccontano Anderson e Herbert, ricchi di azione, di complotti, combattimenti e intrighi.
"Una space opera leggera, abbastanza divertente e che si fa leggere facilmente. Ma certo il particolare sapore 'speziato' della creazione di Frank Herbert è diluito fino a renderlo irriconoscibile" dice David Langford in una recensione su SFX. "Lo consiglio a chi esige la serie completa e ha molto spazio sugli scaffali".
Resta solo una domanda: quante trilogie riuscirà a piazzare il dinamico duo nei 3500 anni che trascorrono tra Figli di Due e L'imperatore-Dio di Dune? Rabbrividite, o cominciate a comprare scaffali?
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