In questi mesi ne abbiamo sentite di tutti i colori. In un mondo parallelo, il terzo batman ha già una titolo, una trama e più cattivi di quanti Batman ricordasse di averne.
Ma, visto che non basta l'immaginazione dei media per rendere reale una notizia, allo stato attuale, come ha fatto sapere David Goyer poco tempo fa, quello che abbiamo in mano e un pugno di mosche.
Così, accogliamo con vero piacere il ritorno al mondo reale di Christopher Nolan, che dopo aver dato l'anima in Dark Knight, ha pensato bene di sfuggire al marasma che ne era derivato.
Questa è la prima delle tre parti in cui è divisa l'intervista esclusiva rilasciata il 27 ottobre al Los Angeles Times.
Nolan è appena tornato a Los Angeles, dove ha ricevuto lo Scream award per il Cavaliere oscuro, dopo aver passato una meritata vacanza sull'isola di Anna maria, al largo della west coast, Florida.
"È buffo, mi hanno fatto tutti molte domande sui significati politici del film."
Sicuramente legato alle imminenti elezioni americane, molti media hanno voluto cercare dei veri e proprio legami politici tra Batman e le due fazioni in campo. In altre parole, i medi Usa hanno cominciato a chiedersi se Batman sia democratico o repubblicano. In realtà, spiega Nolan, "non è assolutamente qualcosa a cui io, mio fratello e David Goyer, stavamo pensando."
In riferimento a una scena specifica, quella dell'interrogatorio "lo spunto che avevamo dato agli attori era approfondire il quesito su come si possa combattere qualcuno a cui piacciono le aggressioni."
E spiega poi che spesso le metafore, politiche o di altro genere, vengono immaginate da chi vede il film, più che esistere realmente al suo interno.
"Noi lavoriamo in un genere che supera la realtà. Mi piace parlare di questi film come di opere su larga scala, che si discostano dai ritmi della vita vera, non importa quanto tentiamo di renderli realistici." E racconta di come anche una scena girata con un tono visivo crudo, superi comunque la realtà come noi la percepiamo. È una realtà di qualità superiore e se realizzata bene, è in grado di creare un'ampia gamma di significati, che vengono creati dall'immaginazione del pubblico.
Riguardo all'enorme successo mondiale al botteghino, che ha portato il film suglia soglia del miliardo di dollari (di cui 568 milioni negli Usa), Nolan dice che "a essere franco, mi disorienta. Sono cifre così alte che diventano astratte. quello che più mi interessava quando decisi di realizzare Dark Knight era scoprire se avrebbe mantenuto il livello qualitativo di Batman Begins."
Nolan ha passato sei anni immerso nel mondo di Batman e per lui è ormai diventata una parte importante della sua vita. "Diventi davvero ossessivo al riguardo ed è buffo vedere altre persone condividere la tua ossessione e vedere il film una dozzina di volte."
In qualche modo, per il regista un successo del genere è liberatorio perché "così sai già che il tuo prossimo film non potrà incassare così tanto. Non dovrò provarci per anni!"
Riguardo alla pianificazione dei sequel, Nolan sottolinea come lui abbia sempre sostenuto di non averci pensato. "Certo, per il pubblico è alquanto improbabile, se considera la carta del Joker che Gordon fa vedere a Batman alla fine di Begins. Ma la mia intenzione era di far si che il pubblico uscisse dalla sala con l'idea che Batman ora fosse in piena corsa."
In fondo Begins raccontava la nascita di Batman e quel finale rappresentava l'inizio della sua, per così dire, carriera.
"Solo dopo, mi nasce il desiderio di vedere cosa potrebbe fare il personaggio. Abbiamo fatto del nostro meglio per realizzare quello che avremmo voluto che il Joker facesse, attraverso la costruzione della storia."
Quello che lo interessava era il paradosso insito nel rapporto Joker/Batman: "Il Joker cerca di far infrangere a Batman il suo primo imperativo, ovvero non uccidere. E nel contempo non vuole sconfiggerlo perché è affascinato da lui e gli piace lo scontro che ne deriva. È una trappola per entrambi."
Quello che è successo è che Heath ledger ha creato un personaggio che vorresti vedere in dieci film.
"Questa è la parte dolceamara della storia, una caratterizzazione così incredibile che non potrà mai essere replicata."
Alla domanda se dopo un'operazione su vasta scala come Dark Knight, adesso senta il desiderio di realizzare qualcosa di più modesto, la sua risposta è che i suoi desideri sono ambivalenti: "In realtà, realizzare le sequenze per l'Imax e costruire delle scene larger than life è stato eccitante. Così al momento potrei realizzare una piccola storia intimista, realizzata su una scala ridicolmente vasta. Oppure il contrario!" e ride di gusto per poi concludere con "per me quello che conta è la storia. È da qui che si capisce quale sarà il tono necessario a raccontarla."
Così come è la storia il punto fermo legato a un ipotetico Batman 3. "Ci sono un paio di cose che sono importanti per me. qual'è la storia? c'è una trama che mi piacerebbe così tanto da tenermi impegnato per i prossimi due anni? e l'altra domanda è: quanti terzi episodi eccezionali si possono nominare?"
Ma considera anche che Dark Knight si è dimostrato migliore del primo episodio e anche questo è un evento che accade di rado. In fondo, dice chiudendo questa parte dell'intervista "quello che conta è la storia. Se c'è lei, tutto è possibile. Spero di avere preso una risposta."
E noi con lui.
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