Senza svelare troppo, ci puoi anticipare un po' la trama del romanzo?

Il romanzo dipinge uno scenario fanta-politico interessante, con la Cina e la Russia che governano l'America. Come è nata quest'idea di Storia Alternativa?
La fantastoria mi ha sempre affascinato - e credo non soltanto me -, ho anche scritto racconti del genere (ad esempio Centro ristrutturazione temporale, che si richiama alla prima guerra mondiale, e che secondo De Turris andrebbe trasformato in un romanzo), ma mi riesce difficile tornare su quello che ho scritto, per cui ho pensato a un evento alquanto recente. E la crisi di cuba si prestava particolarmente bene. La difficoltà è stata nel tracciare il mondo con gli sconvolgimenti causati in politica, in economia e nel sociale. Quindi oggi avremmo avuto una America la cui economia è stata ‘cinesizzata’ e la cui cultura annichilita. Ad esempio c’è la fuga dei ‘cervelli’ dagli USA in Messico che è diventata una superpotenza.È stata una piacevole combinazione il fatto che al momento la situazione planetaria reale ha riportato in auge i rapporti/dissapori tra le super potenze degli USA, Russia e Cina.All’inizio è stato un gioco, il gioco del ‘se’ che è affascinante. Poi è diventata una cosa maledettamente seria. Ho dovuto mutare anche la geopolitica con una Italia frammentata e una Europa molto diversa.
Chi è Svet, la protagonista della storia?
Una trentaduenne a capo di una polizia potentissima ma in qualche modo controllata e succube dei cinesi, che non vanno troppo per il sottile. Si aggiunga un figlio, Ivan, avuto in giovanissima età che le dà tutti i grattacapi di un giovane e un marito la cui morte è un mistero. Una donna che affronta i problemi direttamente senza delegare ed è sempre in prima linea rischiando la pelle, ma che ha anche un altro guaio: è molto bella. E questo non è un vantaggio come si potrebbe pensare. In una società maschilista qual è quella cinese, essere donna, e per giunta bella, è un aspetto negativo.E poi c’è il dono di Svet…
Sei uno dei pochi scrittori italiani che ha nel proprio bagaglio narrativo romanzi di vari generi, dal fantastico puro alla space opera. Come nasce un romanzo di Donato Altomare?
Sono un narratore entusiasta. A volte mi viene un’idea e mi ci getto dentro anima e corpo, altre volte riprendo cose lasciate a metà e le completo perché sento che è giunto il loro momento. Per inciso ho moltissime storie a metà o appena iniziate. Mi piace variare tra generi (o, meglio, sottogeneri) del fantastico e sono molto umorale. Ma mi piace molto di più far interagire questi sottogeneri. L’esempio più eclatante (ma praticamente passato sotto silenzio) è Surgeforas, il romanzo con cui ho vinto il Premio Le Ali della fantasia. E’ un romanzo che coniuga l’horror, con l’heroic fantasy e la fantascienza in maniera però molto coerente e fluida. Lo considero uno dei miei romanzi migliori di quel genere.
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