Siamo arrivati alle soglie del 2000 e sempre su ABC esce un altro fumetto interessante di Alan Moore: Top Ten (Top Ten, America’s Best Comics poi Wildstorm – DC Comics, 2000 -  Magic Press, 2001). In poche parole Moore arriva ad una società postumana (in effetti postdimensionale, o post quasi tutto quanto si possa associare al termine) partendo da una premessa leggermente diversa rispetto a quella fantascientifica ma comunque dagli effetti analoghi: tutti nella città di Neopolis (un nesso multidimensionale) sono in possesso di superpoteri. Manca completamente la fase di sviluppo di un’ottica transumana e ne mancano le premesse di evoluzione sociale, ma Alan Moore, estremamente allergico a qualsiasi corrente di pensiero, ci dà un assaggio della sua versione di un fenomeno che dimostra comunque di aver compreso a fondo.

Nello stesso momento Grant Morrison stava lavorando ad una piccola miniserie di secondo piano per la Marvel Comics volta a recuperare un’incarnazione di un vecchio eroe Timely, Marvel Boy (Marvel Boy, Marvel Comics, 2000 – Marvel Italia, 2001). Nella versione di Morrison Marvel Boy è Noh-Varr un alieno Kree (specie praticamente indistinguibile nel fenotipo dagli umani) dalla pelle rosa (ne esistono anche di pelle blu) che si schianta sulla Terra di ritorno da un lungo viaggio dimensionale. Fin qui tutto bene, ma quando Morrison decide di entrare nei particolari di quella che era la civiltà lasciatasi alle spalle da Marvel Boy, abbiamo alcuni indizi di dove voglia andar a parare. Ci troviamo di fronte ad una civiltà completamente postumana e post Singolarità in cui entità biologiche evolute e migliorate a livello genetico convivono con i Plex, intelligenze artificiali che fungono da repositorio delle migliori memorie ed esperienze dei biologici trapassati. Noh-Varr, appena prima di esser catturato e rinchiuso in un carcere di massima sicurezza, apostroferà i presenti vantandosi che quello stesso carcere, a breve, diventerà il primo avamposto della nuova società Kree sulla Terra. In effetti l’invasione postumana, come abbiamo visto, sta già cominciando a dare i suoi frutti.

Praticamente in contemporanea a Marvel Boy esce la versione di Adam Warren, scrittore americano del New Hampshire, delle Dirty Pair (Dirty Pair, Dark Horse, 2000 – Lexy, 2001), un classico manga di sfondo fantascientifico creato da Haruta Takachiho. La versione di Adam Warren del fumetto è una divertentissima esplosione transumana ad altissima tecnologia che percorre l’intera Galassia. Le protagoniste sono al servizio della 3WA (come se un ONU espansa per tutta la galassia avesse un braccio armato di pronto intervento per le operazioni più sporche), società guidata da un’enigmatica coscienza artificiale che ha sede nel suo computer centrale: chi ancora non ha trovato parallelismi con Singularity Sky di Stross probabilmente non lo ha letto.

Gli scrittori americani di fumetto cominciano quindi ad accorgersi del fenomeno e delle tematiche che vanno dal postumanesimo alla Singolarità. Avvalora questa tesi la prima apparizione su di una storica testata mainstream degli argomenti connessi a questa linea di pensiero, una testata che si rivela essere nientedimeno che il primo fumetto di supereroi: Superman. Nel 2000 lo sta scrivendo Joseph Kelly, un giovane artista che ha esordito nel mondo del fumetto proprio lavorando su alcune storie  della linea Marvel 2099 e che probabilmente è stato infettato in quel momento dalle idee di Ellis.

Nel ciclo narrativo Y2K (Superman Y2K, DC Comics, 2000 – Play Press, 2000), correlato con le tematiche del Millenium Bug, un classico nemico di Superman tenta una mossa inaspettata: un download della propria coscienza futura dal 64° secolo. Stiamo parlando di Brainiac che in quel momento è una vera e propria AI che tenta, e riesce, il passaggio dalla versione 2.5 alla 13. Dopo l’upgrade transtemporale Brainiac tenterà la cosa più naturale del mondo per un cattivo di Superman cioè la dominazione del mondo. La cosa simpatica è che ci proverà attraverso una totale riconversione nanotecnologia del pianeta e dei propri abitanti. Un’AI che di botto si autoevolve scaricando una versione futura di se stessa e prendendo il controllo del mondo è una tematica che a questo punto non dovrebbe risultarci proprio innovativa, tanto più che la cosa avviene grazie alla tecnologia creata da Lex Luthor per difendere la torre Lexcorp. Come se non bastasse, una volta fermato il pericolo immediato, per qualche anno Metropolis rimarrà, quasi fosse uscita da un incubo di Fritz Lang, nella versione del 64° secolo. La soluzione migliore per i criminali nel contrastare i poteri dell’alieno  che custodisce la città, in questo fortunato periodo, sarà nel pensiero laterale diciamo, sfruttare cioè in logica transumana il ben di dio tecnologico a loro disposizione per pareggiare il divario di potere fra loro e Superman. Kelly dimostra insomma di aver ben imparato la lezione.Il virus dilaga