Il secondo film di questa trilogia, The Attack of Clones, mostrava finalmente l'inizio della sopra citata "Guerra dei Cloni". Il successivo film, The revenge of the Sith, avrebbe mostrato il suo tragico epilogo. Il solito apparente "buco" narrativo". In realtà anche questa volta, strategicamente, Lucas si era lasciato la porta aperta per raccontare delle storie collocate tra i due film. Il racconto delle singole battaglie forse esulava dallo scopo dei film, più concentrati sui momenti culminanti della vita di Anakin Skywalker. In questo caso, invece di affidarsi al fumetto o a romanzi, Lucas commissionò al russo Genndy Tartakovsky (creatore della serie vincitrice di un Emmy Samurai Jack), la realizzazione di una serie animata, che raccontasse le vicende della guerra.
Le prime due serie sono del 2003, per un totale di 20 episodi di 3 minuti ciascuno, costituiscono quello che verra chiamato Clone Wars Volume I. La scelta era quindi quella di raccontare brevi cronache di guerra. Ciascun episodio era concluso da un cliffhanger che doveva rendere necessario seguire l'episodio successivo. La serie era concepita come un prodotto di puro intrattenimento, che pur tuttavia, trattando i personaggi originali, mostra piccoli avvenimenti che ne approfondiscono la psicologia, pur non entrando in contraddizione con il futuro film. Tutto questo in episodi di tre minuti di pura azione, dove poco parrebbe concesso all'approfondimento psicologico. In realtà è accostando tra di loro tutte queste "schegge" che si evidenzia il quadro complessivo: il risultato è un opera che risulta godibile anche a una visione senza soluzione di continuità di tutti gli episodi. La trama comincia praticamente dove finiva The Attack of Clones. Ci mostra sin da subito i personaggi impegnati in infuocate battaglie in vari angoli della galassia, in quadro complessivo che all'inizio appare dispersivo, mostrando solo battaglie in solitario dei vari cavalieri Jedi. In realtà, episodio dopo episodio, si dipana una trama principale, che vede il conte Dooku selezionare un cacciatore di taglie abbastanza potente da affrontare Anakin Skywalker. Egli trova questa figura in Asajj Ventress, che riesce a vincere questa macabra "selezione", reggendo il confronto in duello con Dooku stesso. Ella, quindi, tende una trappola al giovane Jedi e lo conduce su Yavin IV, dove i due lottano furiosamente. Anakin sconfigge la sith, avendo fatto emergere, per battere il suo avversario, il suo lato oscuro. Oltre a questa trama, vengono narrate altre storie parallele, incluse la battaglia di Mace Windu su Dantooine, la lotta tra Obi-Wan e il cacciatore di taglie Durge, lo scontro tra Kit Fisto e i Quarren su Mon Calamari e la battaglia su Hypori dove il Generale Grievous fa la sua prima apparizione. Appare anche il plotone dei soldati Ark, in sequenze molto spettacolari, degne dei migliori film di guerra.
La serie è realizzata con una tecnica che rinuncia alla fedeltà delle fisionomie dei personaggi, ma le reinventa, seguendo la via di una personale e coraggiosa stilizzazione. In un'epoca di estrema computer grafica, la seriè è stata concepita in 2D. Pur usando la computer grafica, essa non risulta preponderante. La grafica 3D è usata per astronavi e mezzi meccanici. Il risultato è una serie che sembra realizzata a matita e pennello, come ai vecchi tempi. Un digitale che ha il "sapore" dell'analogico. Segno che la forma non sempre prevale sul contenuto, come ahimè, è successo con i film della nuova trilogia. Notevole è il lavoro compiuto nella caratterizzazione dei personaggi, che appaiono più espressivi degli omologhi dei film. Non avendo limiti economici i set delle battaglie sono immaginifici. Si assiste a battaglie sottomarine e templi Jedi, e le più disparate ambientazione planetarie.
Raffinato un episodio dove i Jedi combattono con le spade laser sotto la pioggia, tra gli sfrigolii delle gocce sulle lame laser.
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