Vincitore di numerosi Golden Globes, La tigre e il dragone è il perfetto punto di contatto tra il cinema d'azione all'americana in stile Matrix e le pellicole alla Bruce Lee sulle arti marziali. Ambientato in una Cina mitica, questa pellicola incentrata sui guerrieri girovaghi dotati di poteri quasi sovrumani, segna la reinvenzione di un genere con una contaminazione perfettamente riuscita tra la filosofia orientale e le storie di cappa e spada, tra un'evoluzione quasi naturale del cosiddetto cinema di Hong Kong e una sensibilità occidentale verso storie arcaiche incentrate sull'eterna lotta tra Bene e Male. La tigre e il dragone, diretto sorprendentemente da Ang Lee (che per questo e altri motivi - forse - dirigerà la pellicola incentrata sull'Incredibile Hulk), trae gran parte del suo fascino dallo stile carismatico dei suoi protagonisti: a partire dal monolitico Chow Yun Fat, per passare alla grazia matura di Michelle Yeoh fino ad arrivare alla vera e propria rivelazione Zhang Ziyi, presente sugli schermi italiani anche con il diversissimo, ma ugualmente magnifico La strada verso casa di Zhang Yimou. La tigre e il dragone è una pellicola che proietta lo spettatore in un mondo completamente inesplorato e quasi sconosciuto all'indomani dell'unificazione della Cina sotto un unico impero. Un mondo smisurato, in cui valori come l'onestà, la lealtà e la saggezza vengono portati avanti a testa alta da eroi senza macchia e senza paura come il maestro Li Mu Bai. E tutto comincia proprio quando questo temutissimo guerriero decide di liberarsi della sua spada leggendaria, donandola ad un amico di Pechino. Quando arriva nella capitale portata Yu Shu Lien, la preziosa arma viene rubata da una misterioso guerriero che sembrerebbe essere in combutta con la crudele Volpe di Giada, nemica da sempre di Li Mu Bai e assassina del suo maestro. Un film decisamente femminista in cui i sentimenti e la ragione si scontrano con la necessità di combattere per seguire i propri ideali. Un po' come in Guerre Stellari e in certi fumetti, il confronto tra Bene e Male si confonde nelle pieghe della filosofia orientale. Spettacolare e al tempo stesso emozionante, La tigre e il dragone è una pellicola in cui le donne rivendicano una libertà di determinazione che diventa anche filosofica quando il livello dello scontro raggiunge le questioni legate alla cultura. Volpe di giada, infatti, pur essendo la cattiva del film, in realtà è solo una vittima di una società profondamente maschilista e conservatrice. Una pellicola in cui la tensione erotica sempre costante viene sublimata da duelli corpo a corpo in cui lame e spade si intrecciano in una straordinaria danza di amore e morte e soprattutto dove il cammino degli effetti speciali di Matrix sembra raggiungere le sue massime conseguenze. Ne La tigre e il dragone questo mondo di esseri umani che ha raggiunto una consapevolezza di sé tale da consentire loro di volare, volteggia in combattimenti e azioni eroiche che sfidano la forza di gravità, lanciandosi in balletti aerei mozzafiato. Filosofico, mistico e al tempo stesso profondamente umano La tigre e il dragone è l'ennesima favola cinematografica sulla vita e sulle sue metafore. Trasformata in un film straordinario e particolare dove la sensibilità orientale per un cinema di contenuti forti, si incontra con lo stile della cinematografia di Hong Kong e le esigenze di un mercato globale in attesa di storie straordinarie e imprevedibili in cui l'azione riesca a conquistare addirittura dei toni lirici.