
Sempre nel 1987 Iain M. Banks ci regala il primo affresco dell’universo della Cultura, una società interplanetaria diffusasi in tutta la galassia, in cui convivono “pacificamente” i discendenti di sette-otto diverse specie umanoidi. Si tratta di una civiltà artificiale, che al momento degli eventi narrati nei libri finora pubblicati (complessivamente otto, comprendendo una raccolta di racconti). Il primo titolo è Pensa a Fleba , mentre l’ultimo pubblicato in Italia è Volgi lo sguardo al vento, il settimo della serie, l’unico che possa essere considerato per gli eventi descritti un seguito, sebbene in senso lato, del capostipite .


Anche se l’associazione con una società postumana sarebbe piuttosto spontanea, l’autore ha chiarito che i riferimenti temporali riportati in diverse puntate della saga collocano l’azione tra l’anno 1300 e il 2100 d.C. Per quanto ci siano stati contatti con la Terra nel passato, l’unico mostrato nella serie ha luogo verso il termine di quest’arco temporale, quando la Cultura ha alle sue spalle ormai undicimila anni di storia.
Al di fuori del ciclo si colloca un altro romanzo di Banks che tradisce forti affinità con il filone di nostro interesse. Mi riferisco a Criptosfera , alla sua Terra dimenticata dagli antenati partiti nei giorni della Diaspora e al suo universo simulato, colonizzato da coscienze digitali, entrambi minacciati da una nube molecolare che rischia di oscurare il sole, produrre una nuova era glaciale ed estinguere dalla Terra ogni forma di vita biologica.
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