E' la fantascienza anni Cinquanta quella che ha ispirato Pianeta Rosso storia della nuova spedizione cinematografica su Marte, disastrosa ai botteghini americani quasi quanto quella della Mission to Mars di Brian De Palma. E anche se - alla fine - ha perso sul filo di lana la gara per l'uscita, Pianeta Rosso è un film decisamente più convincente, pur con tutti i suoi difetti. Al di là delle risibili vere sponsorizzazioni delle finte divise degli astronauti, questo film è decisamente più accattivante rispetto al suo predecessore. Forse meno realistico (l'altro era un gigantesco spor per la NASA), ma sicuramente più divertente Pianeta rosso racconta la storia di un manipolo di nuovi eroi che nel 2050 arrivano fino su Marte per cercare la speranza di un mondo nuovo da colonizzare rispetto la Terra ammalata biologicamente per colpa dell'inquinamento e dell'eccessivo sfruttamento incondizionato delle sue risorse. Anche stavolta sull'astronave c'è una donna (e che donna!) la Carrie Ann Moss di Matrix che nonostante non chiuda la porta quando fa la doccia, tiene su il morale degli uomini facendo valere la sua perizia e i suoi gradi da comandante della missione. Ovviamente la sfortuna nera si accanisce sui nostri eroi che nonostante gli effetti speciali molto realistici e una colonna sonora decisamente di grande qualità sono quasi tentati di perdersi d'animo nel vedere andare in pezzi le speranze residue di una possibile salvezza per l'umanità. Certo, Terence Stamp confida nell'aiuto di Dio, Tom Sizemore in quello della scienza, ma sarà soltanto una serie di coincidenze fortunate a consentire ai cinque di scoprire che cosa è veramente successo al processo di colonizzazione di Marte e perché le alghe che dovevano consentire la formazione dell'ossigeno sono andate distrutte. Tutto questo in una storia di fantascienza un po' retrò che pur mantenendosi nell'ambito dell'ibrido (il film non conquista mai una dimensione decisamente mistica o techno) diverte e appassiona. In più la bellezza sensualissima di Carrie Ann Moss (che non trascura di indossare i vestiti più attillati che ha quando rimane sola in orbita intorno Marte) ci fa dimenticare la solita rigidità di Val Kilmer che si comporta esattamente con la solita mancanza di espressività che contraddistingue da sempre la sua recitazione.