È un po' triste vedere che la serie di maggior successo negli Stati Uniti, Lost, in Italia viene mandata in onda nel periodo estivo. È indubbio che nel nostro paese gli ascolti di questa serie non sono stati stratosferici, certo neanche lontanamente paragonabili alle solite fiction italiane di preti e carabinieri vari.

Va detta una cosa: negli Stati Uniti, quando va in onda un episodio di Lost è un episodio che non ha ancora visto nessuno. Il giorno dopo se ne può parlare, e parlare di Lost è una cosa che fa parte del fenomeno: "hai notato quel dettaglio?", "ma il tal tizio sarà quel che sembra?", e così via. In Italia, c'è quello che l'ha visto il giorno dopo che è stato trasmesso in USA, quello che l'ha visto dopo perché gliel'ha prestato il suo amico, quello che lo guarda su Fox, quello che aspetta il dvd perché lo vuol vedere in inglese ma legalmente... non resta molta gente ad aspettare che finisca il TG sul secondo. E se per caso arriva qualcuno per caso, dopo un'indigestione di "pacchi" degli altri canali, è ben difficile che riesca a inserirsi in una trama complessa come quella di Lost.

La sensazione che abbiamo è che la maggior parte del pubblico di Lost su Rai Due alla fine sia gente che se lo è già visto in altri modi e che non avendo altro da fare si rivede la puntata per vedere com'è in italiano e con qualche pubblicità in mezzo...

Comunque: quarta stagione. Dopo una terza così così, con la quarta stagione Lost riprende alla grande. Impatta poco lo sciopero degli sceneggiatori (un paio di episodi in meno). La boa è stata doppiata: basta domande (insomma, più o meno), ora si cominciano a dare delle risposte. E gli eventi prendono una piega decisamente più movimentata che in passato.

Da oggi ogni lunedì alle 21.00, su Rai Due, due episodi per volta.