Tempo: il nostro futuro, fra qualche centinaio d'anni. Luogo: lo spazio esterno, al di là delle rotte conosciute. Gli esseri umani che muoiono si risvegliano in corpi diversi.
Non sanno il motivo, sanno solo che i corpi in cui si risvegliano sono i corpi che avrebbero voluto avere in vita. E i luoghi in cui si risvegliano, le loro nuove case, sono quelle che volevano. Ma queste nuove case sono costruite su pezzi di roccia, alla deriva nel cosmo o agganciati all'orbita di un pianeta, o di una stella.
E sono soli.
È il mondo di Anjce, il fumetto creato dai due illustratori della nostra rivista Robot, Giacomo Pueroni e Luca Vergerio, insieme alla brava Miriam Blasich.
È in arrivo, in tempo per Lucca Comics, il numero 4 del fumetto, che contiene tre storie autoconclusive, come al solito disegnate nei tre stili differenti dei tre autori.
La storia di Vergerio è più drammatica, con forte sapore di Bradbury: Anjce ritrova sua madre, la quale vive in una tipica casetta americana stile Cronache Marziane; quella di Pueroni mette in dubbio la nostra concezione di Anjce: tutto inizia quando una ragazza identica ad Anjce va dallo psicanalista, perché sogna di essere Anjce. Infine, la storia di Miriam Blasich, molto intimista, che parla di un Rinato che riesce a dare forma fisica ai suoi ricordi, in forma di sfere.
La quarta di copertina è stata disegnata dal Maestro Vittorio Giardino.
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