- Ho riesumato, è il caso di dire, la pratica di cinque anni fa. Quando sono cessate le funzioni vitali della ragazza, l’U.M.D. l’ha registrato e ha inviato il messaggio alla Centrale. Sono stati mandati gli appositi agenti per le indagini del caso e gli incaricati a prelevare il corpo per dargli umana sepoltura. Ma non è stato possibile.- Perché?- Perché il corpo della ragazza non è stato mai trovato.- Qualcuno l’ha fatto sparire?

- Possibile, ma i delinquenti che lo fanno tolgono il BioMeter, perché permetterebbe di rintracciare il corpo anche in fondo a un oceano. Ma anche quello era scomparso. Di lui e della ragazza non c’era alcuna traccia. Svaniti nel nulla.

Ottavio sollevò le spalle: - Quindi lei cerca dall’ascolto una spiegazione all’inspiegabile.

- Lo spero vivamente. - L’ispettore si grattò il sopracciglio destro in un gesto che doveva essergli abituale. - Mi creda, è davvero un gran rompicapo. Ma io sono costretto in qualche modo a dare una spiegazione realistica. E ora non ce l’ho.

- Vedrò di fare il massimo. Arrivederci.

Stava per uscire dalla stanza quando l’ispettore lo fermò: - Dottor Del Rosso? 

Si girò.

- Debbo dirle un’ultima cosa.

- L’ascolto.

- Vede, la ragazza, Rosanna Serra… beh, è morta cinque anni fa proprio lì.

- Lì dove?

- Lì dove ha ucciso. Nella casa di Ribera.

5.

Passò la notte ad ascoltare. Le finestre restituirono grida, parole concitate e colme d’odio, risate sguaiate e bisbigli.E disperazione.Le voci erano certamente due, quella dell’uomo che era stato ucciso e probabilmente quella della ragazza che l’aveva ucciso. Non poteva esserne certo non avendo mai sentito la sua voce, ma c’era qualcosa di stonato in tutto quello. Quando mandò velocemente il nastro percepì un’inflessione nella voce femminile che non quadrava con l’idea che si era fatta della ragazza.

Decise di sospendere l’ascolto.

Di buon’ora raggiunse la centrale di polizia. Era ubicata nel cuore della città vecchia di Molfetta, in un edificio che doveva avere almeno mille anni. Le pietre lo intimorivano. Una volta era riuscito a percepire alcune voci che avevano assorbito in centinaia di anni. Non aveva capito nulla, ma egualmente gli avevano dato i brividi. Più andava avanti, più pensava che doveva smetterla. A volte gli sembrava una cosa volgare ascoltare quello che la gente si diceva, una sorta di guardone dell’ascolto. Per fortuna glielo facevano fare soltanto in casi particolari. E più erano inspiegabili i delitti, più c’era bisogno di lui e più soffriva nell’ascolto.

- L’ispettore non è ancora in ufficio.

Con la pazienza che era essenziale per quella sua strana professione, si sedette e provò a raccogliere le idee.

Invano. C’era qualcosa che gli sfuggiva.

- Ah!, lei. L’hanno cacciata da casa?

- Cosa? No di certo, io…

L’ispettore gli strinse la mano e lo invitò a entrare nel suo ufficio: - È un modo di dire. Dai suoi occhi credo che non abbia dormito molto questa notte.