Ma una cosa non sapeva, ed era certa che non ci fosse nessuno in grado di darle una risposta: cosa succedeva a un corpo immerso nel plasma?Perché i corpi li aveva lì davanti. Fluttuanti nella parete. Ottavio emise un profondo sospiro. Non riusciva a staccare gli occhi dalle donne che galleggiavano nel plasma di quella parete. Erano tutte… lontane, certo molto più piccole della figura normale, e fluttuavano come corpi celesti che si muovono nello spazio infinito in un infinito viaggio. C’erano quelle che sembravano vicinissime, alte quanto una ragazzina, ma ce n’erano altre più piccole, quindi più lontane, che sarebbero riapparse dall’altra parte della parete forse tra diecimila anni, forse mai.

Alcune erano irrigidite dalla lunghissima morte, altre ruotavano intorno a se stesse come asteroidi chiari, con i capelli aperti a stella ghiacciata e le vesti che parevano di pietra.

Una cosa fu subito chiara: erano tutte prive di vita.

Ma cosa avveniva a un corpo umano immerso nel plasma?

Cosa era avvenuto a Rosanna?

A un corpo vivo immerso nel plasma?

Chiuse gli occhi e pensò. Cercando una spiegazione.

Rosanna riuscì con uno sforzo immane a distogliere lo sguardo dalla vista di quei corpi che galleggiavano nel nero illuminato e semitrasparente. La parete era molto spessa, circa una settantina di centimetri, e questo significava che se per quei corpi valeva la regola della luce e del calore, sarebbero ricomparsi dalla parte opposta tra… migliaia di anni. Non poteva dirlo con esattezza senza fare i calcoli esponenziali.

- Tu sarai come loro, per sempre sarà preservata la tua bellezza che si potrà ammirare come una meravigliosa statua. Mi sarai certo grata per questo.

La ragazza si scosse. Con un brivido si rese conto che aveva per qualche istante cancellato la presenza di quel pazzo. Per sua fortuna l’uomo era affascinato dalle sue mostruosità e non le stava prestando attenzione.

Balzò di lato come una gazzella che tenta di sottrarsi all’agguato del leopardo. La porta era a pochi metri. La raggiunse. Si accorse contemporaneamente di due cose: che l’uomo non faceva nulla per impedirle di tentare la fuga e che la porta era saldamente chiusa. Nonostante si fosse gettata contro l’antica maniglia con tutte le sue forze, questa non si mosse di un solo millimetro.

- È chiusa elettronicamente, nonostante sia di vecchio tipo.

Lei si girò poggiando le spalle all’uscio. Era terrorizzata. Si era resa conto di non avere scampo. Si gettò in avanti e afferrò un vecchio paralume in legno per usarlo come arma. Non riuscì neanche a sollevarlo.

- Ne hai scelto uno davvero pesante. Potresti provare con quello - le disse accennando a un appendiabiti sottile e alto.

Stava scherzando con lei, doveva essere assolutamente sicuro di se stesso.

Rosanna volle verificarlo. Afferrò l’oggetto. lo sollevò e si scagliò contro di lui. Ribera non si mosse. Aspettò l’assalto. Bloccò il braccio della ragazza con irrisoria facilità e le strappò dalle mani l’appendiabiti cercando di non farle male. Era evidente che non volesse farle neanche un livido.