- Proprio così. Ma qui il piano fallisce, signori -, disse Mascali, alzandosi dal letto e avvicinandosi ai due. - Abbiamo ancora tempo. Manca un quarto d’ora all’arrivo della delegazione. C’è tutto il tempo perché lei riesca a chiamare Napoli. - Mascali estrasse dalla tasca un videofonino e lo mise nelle mani di Prosperi. - Si metta in contatto con i suoi superiori. Le nostre coordinate sono 34°55’ nord, 15°40’ est. Basteranno per rintracciarci con il sistema Galileo. -Prosperi fece il numero di Piazza del Gesù. Non c’era campo. Riprovò. Niente.- Non funziona. Cos’è, uno scherzo?. - Ma si pentì di averlo pensato perché la faccia di Mascali divenne pallidissima. Afferrò il videofonino e controllò. Niente. - Matteo, dammi il tuo, merda!. -Cantarella ubbidì. Era la stessa cosa. Ma Prosperi capì subito cosa era successo perché, riconobbe tra sé in un attimo di vacuo orgoglio, alla fine il politico era lui e sapeva come funzionavano le cose.- Hanno comprato anche lei, eh? -, chiese rivolgendosi a Cantarella. - Che le hanno promesso? Un abbonamento vitalizio al simulatore olografico per farla illudere che la Sicilia sia ancora un bel posto dove vivere, sul fondale del Mediterraneo?. - Si sentiva irridente e superiore, mentre Mascali e Settembrini restavano impietriti ai loro posti. - Per questo le hanno tagliato la lingua? L’unico siciliano buono è un siciliano muto?. -Cantarella estrasse la pistola. Aprì la porta e impose a tutti di uscire fuori. Altri li stavano aspettando. Avevano le tute dell’Eni, ma erano armati. Il fragore del rotore di un elicottero in fase di atterraggio riempiva l’aria del primo mattino.

7

- Ha prove a sostegno di quanto dice, onorevole? -, chiese il Procuratore a Gian Filippo Prosperi, seduto sul banco dei testimoni.Prosperi sorrise sconsolato. - Nessuna a sostegno, signor procuratore. Ma non può essere mosso niente nemmeno contro questa storia. Il governo dipartimentale perse i contatti con me per tre giorni, esattamente i tre giorni precedenti la catastrofe. E sono stato fatto ritrovare su una scialuppa di salvataggio, come fossi solo uno dei tanti “miracolati della Sicilia” scampati all’inondazione. Il professor Settembrini è morto, ma del suo rapimento potrà ottenere tutti i dettagli dalle autorità competenti››.

- Eppure, onorevole, le sono state imposte le dimissioni dal suo governo per evidente incompatibilità con i pubblici uffici -, sostenne il Procuratore. - E tutti sono più disposti a credere che lei sia rimasto scosso dall’immane tragedia piuttosto che la Repubblica federale sia stata vittima del più orrendo complotto mai perpetrato ai danni della sua popolazione.

Prosperi annuì. - A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, si usa dire nei nostri ambienti -, disse.

Un silenzio pensoso seguì quelle parole. L’aula restò in attesa del giudice. - Fate entrare l’altro teste -, sentenziò questi.

Il ministro Scognamiglio era rimasto al proprio posto nei giorni seguenti la catastrofe e aveva ottenuto poteri speciali da Roma per poter coordinare i soccorsi e le misure d’emergenza. Aveva avuto un encomio speciale dal Presidente della Repubblica e persino i leghisti ne parlavano bene.

Prosperi lo osservò impassibile mentre questi prendeva posto. Naturalmente lo aveva visto e sentito più volte, ma non aveva avuto bisogno di più di dieci minuti di conservazione per capire da che parte stesse. In fin dei conti era stato lui a inviarlo in Sicilia, mettendolo al corrente di quello che credeva essere un pericoloso complotto ai danni della Repubblica. Era stato lui a garantirgli che i servizi segreti si sarebbero fatti vivi, quando nell’arco di una settimana non s’era vista anima viva. E lui aveva compromesso infine il tentativo disperato di Mascali e di Sicilia Libera di mandare all’aria tutto quanto.

- Ho già depositato il mio memoriale alla cancelleria -, esordì Scognamiglio con voce provata.

- Signor giudice, sono state settimane terribili per tutti quanti e mi creda, non c’è nulla di peggio di trovarsi qui di fronte a un collega e a un amico che per interesse personale vuole danneggiare quanto fatto da questo governo per alleviare la sofferenza....

Prosperi lo lasciò parlare. Aveva già sentito quella manfrina. Scognamiglio non aveva nulla da dire di interessante per lui.

- Tuttavia, ministro, concorderà nella versione dell’onorevole Prosperi almeno per un fatto -, lo interruppe a un certo punto il Procuratore. - L’Eni ha già individuato nell’emersione che ha provocato la catastrofe dei promettenti giacimenti petroliferi di affioramento, il cui sfruttamento secondo un progetto preliminare garantirebbe un approvvigionamento tale da soddisfare il fabbisogno del Paese per i prossimi trent’anni. E va detto anche che il processo dinanzi alla Corte penale internazionale è stato naturalmente annullato dopo la catastrofe, salvando l’Italia da una procedura che l’avrebbe sicuramente condannata....