Un’avventura a portata di dito, da districare passo dopo passo tenendola sempre con sé. Dopo il successo guadagnato su Pc, il videogame Secret Files: Il mistero di Tunguska (sviluppato da Animation Arts e Fusionsphere Systems) è stato rimpicciolito (da 10Tentacle Studios Mobile) e infilato nella console da viaggio Nintendo, sfruttando in perfetto stile punta e clicca pennino (per muoversi e utilizzare gli oggetti dell’inventario grazie al touch screen) e doppio schermo (su quello superiore si svolgono i dialoghi tra i personaggi) caratteristici del Ds, per dar vita a un racconto interattivo ricco di suspense.
Alla base dell’intreccio si intuisce subito che debba esserci qualcosa di connesso con la strana esplosione avvenuta in Siberia nel 1908 e per la quale manca tuttora una spiegazione definitiva, universalmente condivisa. Cosa c’entri con questo la sparizione del professor Vladimir Kalenkov è invece tutto da scoprire.
Dato lo scarso aiuto fornito dalla polizia, è la stessa coraggiosa e intraprendente figlia dello scienziato, Nina, a lanciarsi sulle tracce del padre che, ne è convinta, non può essersi allontanato così di soppiatto di propria volontà. A darle una mano è invece il giovane Max Gruber, che lavora nello stesso museo di Berlino da dove è scomparso il professor Kalenkov. Non si capisce bene quanto il ragazzo sia disinteressato e quanto coinvolto, visto che il suo studio confina con quello del genitore di Nina, ma non è in grado di fornire alcun indizio su ciò che potrebbe essere accaduto nel laboratorio messo a soqquadro. Comunque, la ragazza rimasta sola, accetta di avere accanto questo compagno per caso, mentre l’indagine procede, trasformandosi in un pericoloso giro intorno al mondo che toccherà la Russia, Cuba, la Cina, l’Irlanda e il Polo Sud.
La realizzazione delle ambientazioni è uno dei punti forti di quella che si conferma, anche a distanza, una delle migliori produzioni del genere arrivate in tempi recenti e concentrata, papale papale ma senza perdere smalto (l’audio dei dialoghi invece sì) dentro una cartuccia per Ds. A parte la varietà dei luoghi, che fa sempre comodo per non annoiare il giocatore, specie quando gli scenari risultano così caratteristici come gli sfondi presentati dai grafici di Secret Files, sono gli stessi puzzle (magari di una logicità distorta, da cartone animato, ma sempre chiaramente ricostruibile parlando, osservando, combinando le cose) e il ritmo thriller non avaro di sospetti e colpi di scena a elevare il videogame al di sopra della mischia. Un’occasione per ottenere una risposta, seppure fantasiosa, su un grande enigma del XX secolo, proprio in tempo per il centenario.
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