Dovrebbe essere un giallo tutto incentrato su diverse tecniche investigative, sul nuovo e sul vecchio impersonati rispettivamente dalla polizia di oggi tutta computer e tracce di DNA e quella di ieri che basava il suo lavoro esclusivamente sul ragionamento e sul risultato delle indagini. E, invece, è la solita confusionaria e sciatta versione all'italiana di un genere ormai di moda, dove il grande Dario Argento punta il suo buon nome nella roulette russa del cinema legato ai serial killer. Un giallo incentrato su un serial killer nano che torna a colpire dopo anni, tutt'altro che in grado di convincere. Un film che non fa paura, che suscita solo imprevedibili risate e che - alla fine - lascia l'amaro in bocca per una trama sconclusionata in cui perfino il grande Max Von Sydow perde amaramente la faccia come versione aggiornata al Duemila del poliziotto rimbambito parodiato da Peter Sellers in Il diabolico complotto del Dottor Fu Manchu.
Non ho sonno è un film pessimo dove solo la colonna sonora dei ritrovati Goblin venti anni dopo esce a testa alta. Se da un lato, infatti, la scena di Dionisi vestito da cameriere di un ristorante cinese suscita solo la speranza che Thomas Milian salti da fuori a risolvere il caso, dall'altro si rimane atterriti nel notare come Argento non faccia altro che reiterare per l'ennesima volta il suo cinema post splatter per tirare su l'attenzione di un pubblico annoiato, il cui palato è stato raffinato progressivamente dai vari Seven, Collezionista di ossa e Silenzio degli innocenti. Non ho sonno è un filmetto banale e prevedibile dove si riesce chiaramente a capire come va a finire la storia a un'ora esatta dal suo improponibile finale. Ambientato in una Torino anonima, nulla viene detto o studiato pensando al profilo psicologico di una città che molti vogliono al centro delle cronache sataniste e tutto si fa copiando gli americani, senza, però, seguirne davvero lo stile, aspettando che - alla fine - tutti i tasselli vadano davvero al loro posto. Non ho sonno è una pellicola mediocre, con prostitute che si comportano con la stupidità da manuale di chi non sa recitare e che per caso si trova di fronte alla macchina da presa di un grande regista. Per non parlare di Dionisi o di Chiara Caselli, clone di Asia Argento o di tutto il resto del cast che recita con la finta ingenuità della fiction TV e con la vera trasandatezza di chi il cinema lo considera una cosa privata senza cura di un pubblico molto più attento e certamente degno di essere oggetto di migliori attenzioni cinematografiche.
Non ho sonno con la sua uscita alla 'magari ci cascano' proprio sul morire dell'orgia cinematografica natalizia, è un film spiacevole e inutile, il canto del cigno di un maestro che forse non ha più niente da dire.
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