Indossate il cappello e fate schioccare la vostra frusta: Indy è tornato ed ha ancora una volta il volto di Harrison Ford. È dal 1989, data dell’ultimo film della saga Indiana Jones e l'ultima crociata, che i fan dell’archeologo più famoso del cinema aspettano una nuova avventura. L’attesa è stata lunga, ma finalmente è arrivato nelle sale di tutto il mondo Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo.
Siamo nel 1957. Il Professor Jones, tornato al Marshall College, viene allontanato nuovamente a causa delle forti pressioni che il governo ha fatto sull'università, ritenendolo un elemento sospetto. Lungo il suo cammino si imbatte nel giovane Mutt, con il quale si reca in Perù per compiere un'importantissima missione: impedire ai militari sovietici di mettere le mani sul misterioso teschio di cristallo di Akator, un leggendario oggetto avvolto da fascino e superstizione che, con i suoi poteri, potrebbe consentire al suo possessore il dominio mondiale...
Diretto da Steven Spielberg e prodotto da George Lucas, Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull – questo il titolo originale della pellicola - ha per protagonisti, oltre ad Harrison Ford, anche Karen Allen - la protagonista femminile del primo film della serie -, Shia LeBeouf, Cate Blanchett, Ray Winstone e John Hurt.
C’era molta attesa per questo quarto capitolo, anche perché il film è stato più volte annunciato e rinviato. Poi, si aggiungevano i dubbi sull’opportunità di utilizzare ancora una volta Harrison Ford, visti i suoi sessantaquattro anni. Il film rispetta comunque lo spirito del personaggio e delle precedenti pellicole, tanto che oltre alla presenza di Karen Allen, vista nel primo film, in una scena si vede anche l’Arca dell’Alleanza.
Il film è comunque una buona occasione per rivedere sul grande schermo questo immortale personaggio, anche perché Lucas ha affermato alla rivista Time, nel maggio 2005, che dopo il quarto non ha intenzione di produrre altri film di Indiana Jones.
Allora ripercorriamo insieme la saga cinematografica e soprattutto proviamo a tracciare un ritratto dell’archeologo cinematografico per eccellenza.
Capire Indiana Jones senza capire la mente del suo creatore, George Lucas, è semplicemente impossibile. Similmente all’altra trilogia di successo di Lucas (anch’essa poi estesa), quella di Star Wars, anche la trilogia dell’archeologo interpretato da Harrison Ford scaturisce da un preciso bagaglio culturale e dall’immaginifica e tuttavia precisissima fantasia del suo creatore. Lucas iniziò a pensarci subito dopo il successo di American Graffiti, il film-cult che l’avrebbe trasformato in un regista ‘arrivato’ e gli avrebbe permesso di realizzare poi Guerre Stellari. Se la sua saga fantascientifica rispondeva al preciso disegno di creare un’epopea alla Flash Gordon che unisse fantascienza e istanze fantasy-medioevali, il progetto di Indiana Jones si spiega con la passione di Lucas per i serial dozzinali che i cinema trasmettevano continuamente all’epoca della sua infanzia, filmetti ricchi di azioni improbabili e spericolate che traducevano in pellicola il concetto stesso di "avventura". Quando il progetto cominciò ad andare in porto, Lucas con poca modestia affermò di “star scrivendo la storia del cinema”: non aveva assolutamente torto perché era già riuscito nell’impresa di rifondare la fantascienza del sense-of-wonder e sapeva benissimo che il mondo era ormai maturo per rivivere in una forma più adulta il classico genere dell’avventura troppo presto mandato in soffitta.
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