Lungo gli anni Novanta, Indiana vive nuove e più lunghe avventure, strutturate in otto miniserie dalla Dark Horse Comics, quasi tutte inedite in Italia (anche se probabilmente non per molto). A partire da Indiana Jones and the Fate of Atlantis (1991, importata dalla scomparsa Granata Press su “Nova Comix” nn.10-11 del 1993 come Indiana Jones. Il destino di Atlantide) alla più recente Indiana Jones and the Sargasso Pirates (1995-96), passando per la simil-Jules Verne Indiana Jones and the Shrine of the Sea Devil (1992-93) scritta e disegnata da Gary Gianni, la tradizione proseguirà da giugno con Indiana Jones and the Tomb of the Gods (2008), oltre a ristampare le precedenti in tre Omnibus.
Fedele alle leggi del marketing aggressivo dei prodotti seriali USA, anche la collana The Young Indiana Jones Chronicles ha goduto di una sua versione a fumetti per la Dark Horse. I comic book adattano i primi 12 episodi della serie televisiva, quasi tutti con testi e disegni (nonché copertine inedite) di Dan Barry.
Ma anche l’Europa ha fatto la sua parte. Ottenuta l’esclusiva di pubblicare avventure inedite di Indiana Jones adulto (anziché il giovane Indiana, come ipotizzato in un primo tempo), l’editore francese Bagheera le fa approvare direttamente da Lucas stampandole nei classici cartonati del fumetto franco-belga da 48 pagine, con disegni dichiaratamente ispirati alla scuola di Hergé (Georges Rémi, nel 1929 creatore di Tintin) e Edgar Pierre Jacobs (nel 1946 creatore di Blake & Mortimer). Nonostante un interessamento di Piero Alligo delle ormai disciolte Edizioni Lo Scarabeo, il costo dei diritti impedì una traduzione italiana (come del resto una inglese).
Indiana Jones et le Secret de la Pyramide (1993), Indiana Jones et la Cité de la Foudre (1994) e Indiana Jones et le Grimoire Maudit (1995) rimangono avventure originali senza infamia e senza lode, con testi non disprezzabili di Claude Moliterni e disegni via via sempre più piacevoli del nostrano Giancarlo Alessandrini. Apparsa in anteprima in b/n sul quotidiano ad alta tiratura France Soir durante il Festival di Angoulême (con alcune tavole “annerite” perché troppo pulite essendo pensate per il colore), la prima costò particolare fatica al disegnatore italiano, in particolare “per disegnare Harrison Ford: ha una faccia di plastica ed è difficilissimo da riprodurre”.
Anche l’Italia ci ha messo del suo, con una versione autoctona de Le avventure del giovane Indiana Jones, purtroppo nell’ultima e deleteria stagione del glorioso “Corriere dei Piccoli”, sul cui primo numero il 27 dicembre 1908 erano usciti i primi fumetti italiani e che ormai era ridotto all’ombra di stesso. Ribattezzato “Corrierino” (il nome con cui veniva da sempre confidenzialmente chiamato) dall’aprile 1992, il settimanale ospitò 13 episodi realizzati in Italia, i primi 4 in mega-riduzione da 8 tavole dei corrispondenti episodi televisivi e i successivi del tutto inediti.
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