Dopo essersi scagliato nel suo ultimo film Giorni contati 'a mani nude' nientedimeno che contro Satana in persona, Arnold Schwarzenegger torna sul terreno più congeniale e perfino più credibile del cinema d'azione e di fantascienza. Diretto da Roger Spottiswoode, già autore di uno degli ultimi Bond (007 il domani non muore mai) Il sesto giorno è un film emozionante e divertente in cui 'Schwarzy' sembra tornare al passato, riprendendosi dalle molte legnosità dei film interpretati a cavallo del famoso intervento chirurgico. Ambientato in un futuro non troppo lontano, in cui è vietato fumare e clonare le persone (il binomio dà un senso anche di che tipo di società è quella immaginata nel futuro) e in cui l'unica deroga per l'ingegneria genetica è quella di potere clonare, invece, gli animali domestici, adeguandoli alle esigenze dei proprietari e quindi arrivando a renderli più piccoli, più grandi con i denti più o meno affilati e - perfino - intonati al colore della tappezzeria. Ovviamente in questo mondo dove i pagamenti si effettuano attivandoli con il pollice della mano e dove i frigoriferi dichiarano ad alta voce quello che manca e vengono comprati in rete dopo un'autorizzazione del padrone di casa, Arnold resta sempre il granitico di sempre, 'vecchia maniera', fumatore di sigari - ahimé - fuori legge e amante quantomeno focoso. Purtroppo, però, in qualche maniera viene coinvolto suo malgrado in un affare molto sporco e un brutto giorno scopre di essere stato clonato. Due Arnold allora lavoreranno contro una mini società di cloni clandestini che lottano per diventare liberi, infrangendo quella regola definita de Il sesto giorno (quello in cui Dio creò l'uomo) cercando di smascherare il giro illegale di clonazioni. Come in tutti i film di fantascienza, però, al di là dell'aspetto caratteristico dell'Action Movie quello che più piace è il dilemma etico legato al problema della clonazione. Un assaggio di filosofia infiocchettata e confezionata per un film hollywoodiano in grado, però, di porre degli interrogativi interessanti riguardo la possibilità di salvare la vita (dandogliene un'altra) ad un bambino malato in maniera terminale.

Il sesto giorno ha molte lentezze e qualche incertezza stilistica, eppure è finalmente un film di fantascienza di qualità in cui Arnold Schwarzenegger torna ad un cinema spettacolare pieno di situazioni estremamente interessanti in cui l'ironia tipica legata al cinema dell'attore austriaco incontra in maniera adeguata le nuove istanze fantascientifiche legate alla bioingegneria. Del resto come lo stesso regista Spottiswoode ha fatto notare, se il secolo chiuso da poco è stato quello dell'atomo, quella che si sta aprendo è l'epoca dell'ingegneria molecolare e dell'etica legata allo stravolgimento delle leggi della natura. Anche se una certezza sola ci è rimasta. Arnold è ancora lui dopo tanto tempo e all'età di cinquantatré anni suonati.