Roma, come una vecchia signora dall'aspetto malinconico mi ha accolto in un pomeriggio piovigginoso sormontata da un cielo plumbeo e intasata dal traffico caotico del centro, ma la sensazione uggiosa che mi si era appiccicata addosso si è prontamente dissipata lasciando posto alla sorpresa nel momento in cui ho raggiunto il cinema Embassy, sede dell'evento Heroes.
Le mie aspettative si limitavano nel gustarmi l'effetto cinema di una semplice anteprima italiana del Pilot della seconda stagione, invece mi sono trovato davanti a una scenografia quasi Hollywoodiana con il multisala sontuosamente addobbato in chiave SciFi con gigantografie degli Heroes, passerella all'ingresso con tappeto viola, simpatici giapponesi emuli di Hiro Nakamura che producevano origami a profusione per i convenuti e splendide Sci Fi girls (vedi foto) che sembrano uscite fuori in un incrocio tra la Sette di Nove di Voyager e il gusto retrò delle ragazze della Base Luna in U.F.O.
Impressionante la cura dei dettagli che andava dalle poltrone griffate col simbolo del canale ai bagni dove facevano irriverentemente capolino gli alieni di SciFi.
L'entusiasmo dei numerosi fan giunti all'evento era tangibile, e mentre nelle pareti dei corridoi riecheggiava Heroes di David Bowie tra uno stuzzichino e un aperitivo i fortunati vincitori del concorso hanno conversato per una mezzoretta della loro serie preferita.
Prima della proiezione alcune atletiche cheerleader in impeccabile stile Claire Bennet si sono esibite in uno spettacolo acrobatico che ha scatenato l'entusiasmo dei tanti maschietti in sala, tra cui il sottoscritto che si è immediatamente catapultato in prima fila.
Quanto alla proiezione posso dire che guardare Heroes al cinema fa indubbiamente una certa sensazione: la qualità delle immagini e gli effetti non sfigurano affatto rispetto a produzioni cinematografiche anche di alto livello testimoniando così la grande qualità con cui è realizzato il prodotto, giusto l'audio era mediocre ma questo fondamentalmente è dovuto alla mancanza di spazialità del doppiaggio.
In conclusione posso dire che uno sforzo organizzativo così rilevante lascia ben intendere che la Universal creda nelle potenzialità del progetto Sci Fi e questo è un bene per gli appassionati di fantascienza in italia che, ormai orfani di Jimmy, ripongono le loro aspettative su Sci Fi / Steel con la speranza che possa in un futuro prossimo ampliare la propria offerta trasformandosi in un canale tematico vero e proprio come accade ormai un po' in tutti i paesi del mondo.
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