Visto che il vostro saggio traccia un percorso preciso (di andata e ritorno) che va dalla realtà in cui il film nasce alla realtà espressa nella narrazione cinematografica (mondi alieni, realtà virtuali, etc.) una domanda nasce spontanea: quanta influenza ha avuto, a vostro avviso, il cinema di fantascienza sull'immaginario collettivo dello spettatore medio?
Enrico Terrone: Questa domanda coglie una componente molto profonda della passione per il genere: la fantascienza è la forma narrativa che fin dall’infanzia, attraverso cartoni animati, fumetti, film e libri, ha fornito alla nostra immaginazione degli strumenti formidabili con cui allontanarsi dalla realtà e poi riavvicinarsene, in una specie di versione novecentesca del gioco del rocchetto (fort-da) che per Freud è una delle esperienze psicologiche costitutive della personalità umana.
Luca Bandirali: In questo senso, l’immaginario della fantascienza è un campo in cui si è esercitata spesso la dialettica negativa, la critica dell’esistente, senza cadere nella trappola dell’individualismo. L’estensione spazio-temporale propria del genere porta automaticamente il film di fantascienza e il suo spettatore a interrogarsi non solo e non tanto sulle sorti di un personaggio, ma su quelle di una o più comunità. In film come Zardoz, V per Vendetta, Gattaca o Soylent Green la questione è: com’è organizzata la società?
La seconda parte storica è divisa per decenni. Per ogni capitolo c’è un’introduzione generale e poi un’analisi dettagliata dei film. Quale periodo storico del cinema di fantascienza è stato, secondo voi, il più interessante all’interno della più generale storia del cinema?
Luca Bandirali: Direi fra il 1977 e il 1982, quando la fantascienza hollywoodiana realizza al massimo grado il progetto di un grande cinema di massa che sia anche una scuola per il cittadino. Dopo gli exploits di Lucas e Spielberg non c’è compagnia di produzione che non cerchi a tutti i costi di fare un grande film di fantascienza: così hanno origine Alien, Superman, ;il film di Star Trek. Nel volgere di cinque anni questa nuova fantascienza conosce la sua piena maturità: E.T. e La cosa sono film di una compiutezza notevolissima.
Enrico Terrone: Gli anni Cinquanta, con la loro incontenibile esplosione di energia che si dirama in una pluralità di figure e direzioni differenti, dall’effettistica in bianco e nero di Destinazione… Terra e La Terra contro i dischi volanti alla magniloquenza Technicolor de Il pianeta proibito e Cittadino dello spazio, dall’ottimismo di Uomini sulla luna con cui si apre un’epoca al pessimismo apocalittico de L’ultima spiaggia con cui il decennio si chiude.
Quali registi, secondo voi, hanno dato un apporto fondamentale al genere? E quali film sono assolutamente da vedere, al di la del fatto che si ama oppure no il genere fantascienza?
Luca Bandirali: Intanto va detto che se è vero che alcuni registi hanno dato un grande contributo alla fantascienza (facile dire Steven Spielberg, ma penso anche alla bistrattata coppia Reynolds-Costner), è altrettanto vero che la fantascienza ha dato tanto, tantissimo agli autori che hanno frequentato il genere, basti pensare a Tarkovskij. Se dovessi consigliare dei titoli di fantascienza a chi non ne ha mai visto uno, o a chi ha dei pregiudizi sulla qualità del genere, suggerirei di vedere la miniserie televisiva Taken. I film “assolutamente da vedere”, invece, sono Abbandonati nello spazio, Rollerball, Guerre stellari, Agente Lemmy Caution: Missione Alphaville e Vanilla Sky.
Enrico Terrone: I film “del dovere” sono quelli che – al di là del loro valore effettivo – occupano posizioni cruciali nella storia non solo del cinema ma della cultura del Novecento: Il viaggio nella Luna, Metropolis, 2001: Odissea nello spazio, Solaris, Incontri ravvicinati del terzo tipo, Guerre stellari, Alien, Blade Runner, Matrix. Poi ci sono i film “del piacere”, quelli che rappresentano vividamente l’idea del cinema di fantascienza a dispetto della superficialità con cui sono spesso trattati dagli studiosi; penso a titoli celebri come La fuga di Logan, Wargames, Waterworld, Independence Day, The Island, ;ma anche a produzioni più defilate come Il risveglio del dinosauro, Un marziano sulla Terra, L’invenzione di Morel, L’implacabile, Peut-être. Fra i registi che si sono dedicati con più generosità al genere, ricordo volentieri i nomi di John Carpenter e di Peter Hyams.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID