Infine, la proposta di legge indecente di rendere possibile giuridicamente la generazione sintetica dello sperma umano, al fine di creare uno standard immune da malattie e generare – almeno per quanto riguarda i compiti maschili – nuove vite non corrotte da vizi genetici, farà presto capolino sui banchi del parlamento inglese.
La proposta è indecente, agli occhi di molti, perché si frappone esattamente a metà tra gli uomini e la volontà della Natura, di Dio, di una pletora di ideali che appartengono, tutti, a un’umanità che non è più tale. Appartengono, tutte quelle idee, a una razza biologica che si sta rapidamente evolvendo verso un qualcosa che per molteplici comodità possiamo definire postumana. Postumana perché l’ausilio della tecnologia ci porta rapidamente verso un miglioramento della nostra biologia, della nostra fisiologia e di tutto quello che riguarda la cura e la salvaguardia del nostro organismo; il prolungamento della vita è già in atto, sarà esponenziale nei prossimi decenni, e tutto ciò che siamo stati per millenni non avrà più senso in un breve volgere di tempo che va da qui alla Singolarità Tecnologica. Dovremo rivedere ogni nostro modo di vivere per non continuare più a essere dei trogloditi che cercano di sopravvivere a bordo di un’astronave aliena.
In tutto ciò, la prospettiva di una pianificazione e realizzazione, metodica e tecnica, di un campione standard e replicabile di sperma – o di sangue – in grado di rendere innocue alcune tare ereditarie, in grado di livellare verso l’alto una popolazione di individui capaci, per esempio, di andare nello spazio senza soffrire problemi di adattamento e di sopravvivenza, credo sia un auspicio a cui tendere piuttosto che una paura da cui fuggire – i costanti timori del nuovo sono troppo vecchi, nauseano ormai – ed è ora di finirla con questi richiami alle divinità che si offendono se proviamo a metterci al loro pari: stiamo acquisendo know-how tecnologico e trascendentale a ritmo elevato e inedito, la Singolarità servirà proprio a colmare uno dei tanti gap che ci dividono dall’essere - quantomeno - dei capaci demiurghi.
Ecco, se proprio dobbiamo avere un dubbio, credo che l’unico che sia giusto avere è quello che ci deve rendere guardinghi riguardo alla attuale completa funzionalità dello sperma sintetico: siamo ancora lontani dal comprendere bene tutte le implicazioni genetiche di una sequenza di geni, piuttosto che della perfetta conoscenza di ogni enzima, piuttosto che di ogni particolare proteina collocata in un determinato modo nell’elica del DNA. Abbiamo bisogno di conoscere ancora di più prima di proiettarci a velocità di curvatura sul postumano sintetico; siamo ancora dei trogloditi, ricordiamocelo, ma che almeno si abbia l’orgoglio di vedere i traguardi remoti come plausibili, non più come fantascienza. Che si abbia la volontà di affrontare questa nuova Ver Sacrum, tutta postumana e proiettata verso un ritorno a un’epoca di divinità e demiurghi - questa volta dal lato potente, dal lato divino.
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