I protagonisti
I protagonisti principali della serie sono il capitano Apollo (Richard Hatch) e il tenente Scorpion (Starbuck nell’edizione originale, Dirk Benedict), entrambi piloti dei Viper, piccoli caccia da combattimento a corto raggio stanziati sul Galactica. Apollo è il figlio di Adamo (Adama nell’edizione originale), comandante del Galactica e leader dei sopravvissuti, nonché membro del Consiglio dei Dodici, la massima autorità delle colonie umane.Nel secondo episodio della serie, Apollo sposa Serina, una delle sopravvissute all’assalto dei Cyloni. Tuttavia, la loro unione sarà di breve durata, in quanto Serina rimarrà uccisa proprio in seguito a un nuovo attacco nemico. Apollo decide allora di adottare suo figlio Boxey, uno degli altri protagonisti della serie. Boxey è accompagnato dal cane robot Muffey (che di tanto in tanto interviene per risolvere alcune situazioni di pericolo...!). Per non lasciare Apollo senza una compagna, nell’episodio “Galactica – L’attacco dei Cylon” viene introdotta Sheba, un nuovo personaggio fisso.
Sheba è la figlia del leggendario comandante Caino, a capo della Base Stellare Pegasus, e alla fine dell’avventura si unisce all’equipaggio del Galactica. La compagnia femminile non manca certo a Scorpion; durante il corso della serie allaccerà comunque una relazione sentimentale stabile con Cassiopea, che prima di unirsi all’equipaggio del Galactica in qualità di infermiera era una ‘socializzatrice’ (ovvero una prostituta). Scorpion è anche al centro delle attenzioni del tenente Athena, sorella di Apollo e addetta alle comunicazioni sul ponte di comando del Galactica. Completano il quadro dei protagonisti principali il colonnello Tigh, secondo in comando dopo Adamo, e altri due piloti amici di Apollo e Scorpion: il tenente Boomer e il sergente Jolly. I principali nemici della razza umana sono i Cyloni. Originariamente simili a rettili, evolvendosi queste creature hanno raggiunto un tale livello di tecnologia da incorporare nella propria società diverse classi di robot, tra cui quella dei lucenti guerrieri che si vedono pilotare i caccia nemici. Le origini biologiche sono ancora evidenti nel leader supremo dei Cyloni, dotato di una testa simile a quella di un cobra. Non tutti gli antagonisti della serie sono alieni. L’attacco a sorpresa che nell’episodio pilota provoca la distruzione delle colonie umane è stato possibile grazie al tradimento del Conte Baltar, un membro del Consiglio dei Dodici. Baltar, tra alterne fortune, riuscirà a ricoprire anche ruoli di alto comando fra i Cyloni, minacciando in più occasioni il Galactica e la sua flotta.
Effetti speciali a... ripetizione
Il vero punto di forza della serie è indubbiamente costituito dagli effetti speciali. Glen Larson si avvalse dell’esperienza di uno dei migliori artisti del settore, John Dykstra, che solo un anno prima si era aggiudicato l’Oscar per il rivoluzionario lavoro svolto in Guerre stellari. Dykstra, che abbandonò la serie dopo i primi episodi, riuscì a conferire alle astronavi di Galactica quel realismo nell’aspetto e nei movimenti che avevano reso memorabile Guerre stellari; non a caso, le battaglie spaziali della serie ricordano quelle del film di Lucas. Questa somiglianza non passò inosservata alla 20th Century Fox, detentrice dei diritti su Guerre stellari. Nel giugno 1978, prima ancora che la serie fosse trasmessa negli Stati Uniti, la Fox e la Lucasfilm Ltd. citarono in giudizio la Universal e la ABC per plagio. I legali della Fox evidenziarono 34 ‘somiglianze rilevanti’ tra Guerre stellari e Galactica. Il giudice, dopo aver visionato entrambe le produzioni, aver letto il romanzo di Guerre stellari (scritto da Lucas), e analizzato un montaggio con estratti dai principali film di fantascienza prodotti sino ad allora, decise che le somiglianze evidenziate non erano sufficienti per avvallare il plagio, e la Fox perse la causa. Grazie a una campagna pubblicitaria capillare, l’episodio pilota di Galactica ottenne degli altissimi indici d’ascolto. Anche nelle settimane successive, soprattutto in occasione degli episodi speciali in due parti, la serie riuscì a catturare l’attenzione di un vasto pubblico. Tuttavia, il successo fu di breve durata. Il budget destinato ai singoli episodi non consentiva di raggiungere i livelli qualitativi degli esordi, mentre sul piano narrativo la serie procedeva in maniera sempre più confusa. L’idea originale di un legame tra l’equipaggio del Galactica e le antiche civiltà terrestri, in particolare quella egizia, non fu approfondita; le trame degli episodi sembravano mostrare soltanto un incoerente campionario delle teorie sull’archeologia spaziale rese popolari negli ’70 dallo scrittore Erich von Däniken. I personaggi, sia gli eroi che i malvagi, non vennero sviluppati, rimanendo poco più che stereotipi; gli statici (e decisamente poco intelligenti) centurioni cyloni, con il loro ondeggiante, singolo ‘occhio rosso’, sollevavano più ironie che paure. Anche gli effetti speciali iniziarono a diventare ripetitivi: sempre più spesso venivano riutilizzate le sequenze prodotte nei primi episodi, adattandole di volta in volta alle circostanze; inoltre, l’impatto di tali sequenze sul piccolo schermo (in un’epoca in cui la media dei televisori presenti nelle case aveva dimensioni di 20”) non poteva paragonarsi a quello cinematografico che si tentava di emulare. In definitiva, le grandi potenzialità insite nella premessa andarono sprecate: la fantascienza televisiva statunitense non era ancora matura ;per unire la sensibilità di Star Trek con i mezzi tecnici di Guerre stellari.
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