Ha poco più di quarant'anni Ron Moore, e ha già un curriculum straordinario. Laureato in scienze politiche, stava per arruolarsi in marina quando Michael Piller gli offrì di lavorare per Star Trek: The Next Generation. Fu un ottimo affare per Piller, che si portò in squadra uno degli uomini determinanti per il successo di ben tre serie di Star Trek, e fu il colpo della vita per Moore, che iniziava una straordinaria carriera nel mondo della televisione. Dopo Star Trek sono venute il soggetto di Mission: Impossible 2, e poi Roswell, Carnivàle, e infine una serie tutta sua: Battlestar Galactica.
Cosa ti affascinava della serie originale e cosa al contrario avresti scartato?
Mi piaceva molto la premessa di base della Galactica originale: trovavo molto cupa e coraggiosa la scelta di iniziare una serie televisiva con il genocidio di un'intera razza, e quindi ambientare la storia successiva tra i sopravvissuti, condannati a un'eterna fuga nella notte dello spazio.Ricordo che questa idea mi ha intrigato moltissimo sin dalla prima volta che la serie è andata in onda. La cosa che mi irritava di più però era il tono con cui veniva raccontata la storia. C'era uno stacco netto tra lo scenario post-apocalittico che era stato costruito e l'approccio allegro e spensierato con cui venivano raccontate le storie, così come del resto era imposto dallo stile televisivo degli anni Settanta. Per esempio, già nel primo episodio, subito dopo l'apocalisse che ha distrutto le colonie, c'è la visita a un pianeta Casino...
C'è un personaggio di Battlestar Galactica col quale ti identifichi?
In qualche misura mi identifico con ciascuno di loro, però mia moglie dice che sono una combinazione di Lee e di Baltar.
Qual è il motivo per cui hai deciso che alcuni personaggi che nella serie originale era uomini nella nuova serie invece sono donne?
Per quanto riguarda il primo, Scorpion, l'idea mi è venuta quando ancora stavo iniziando a pensare al progetto. Non è stato un ragionamento logico, ma piuttosto la sensazione istintiva che trasformare Scorpion in una donna avrebbe costituito una svolta molto interessante nel rapporto tra Apollo e Scorpion. La scelta di avere una donna come presidente delle Colonie invece è stata dettata dal volere una leadership civile da contrapporre decisamente a quella militare personificata da Adama. Adama è chiaramente una figura paterna, aveva quindi un senso logico che il potere civile, il Presidente, fosse una figura materna.La sorte di Boomer è stata più casuale. Il personaggio di Sharon era stato pensato sin dall'inizio, e la decisione di chiamarlo Boomer è stata un'idea successiva. Il fatto che l'ammiraglio Caine fosse una donna è stato un altro tentativo di cambiare i preconcetti della serie e su questo personaggio. Anche se devo dire onestamente che ormai sembra essere diventato il nostro marchio di fabbrica, il fatto di scritturare delle donne per ruoli maschili.
Credo che lo stile dark e retro di Battlestar Galactica sia uno dei segreti dell'originalità e del successo della serie. Qual è l'idea alla base di questa scelta?
Il look retro nasce sia dalla storia che da motivi di stile della scenografia. Ci sembrava molto efficace l'idea che l'esperienza vissuta dai profughi fosse stata così traumatica proprio per il fatto che la loro stessa tecnologia si era rivolta contro di loro, tanto da convincerli a fare deliberatamente un passo indietro tecnologico. Dal punto di vista del design mi premeva che la Galactica non somigliasse in alcun modo all'Enterprise. Non volevo un sacco di schermi e gente che non faceva altro che stare seduta a premere pulsanti. Volevo invece che si avesse la sensazione che la nave venisse controllata fisicamente. Volevo che l'esperienza visiva ricordasse più una moderna portaerei, che non una nave spaziale futuristica.
Battlestar Galactica è stata molto apprezzata anche dagli appassionati del mondo della letteratura di fantascienza, che di rado amano le serie televisive. Che ne pensi?
Penso che possa piacere perché è una buona storia drammatica. Abbiamo cercato di mantenere gli aspetti fantascientifici al minimo concentrandoci invece sui personaggi, e per questo raggiungiamo più facilmente un pubblico più vasto di quello che normalmente considera sé stesso fan della fantascienza.
Quanto è simile la flotta coloniale all'America di Bush?
Ci sono senza dubbio alcune somiglianze, ma il nostro scopo è più in generale quello di guardare ad alcuni aspetti della società americana attraverso un diverso punto di vista. E' più un modo di studiare la cultura contemporanea che una metafora diretta di Bush o della politica USA.
Pensi che la fantascienza possa avere un ruolo sociale?
Credo che la fantascienza sia un grande strumento per discutere ed esaminare la società contemporanea, perché permette di mettere una distanza tra il pubblico e i normali meccanismi di causa ed effetto quotidiani. Se la serie avesse trattato di Repubblicani e Democratici avrebbe dovuto presentare le cose in modo molto diverso che non parlando di Cylon e basi stellari.
Tu hai lavorato moltissimo con Star Trek, all'epoca di TNG, Deep Space Nine e Voyager. Cose ne pensi della sospensione di Star Trek?
Penso che una pausa sia salutare per il mondo di Star Trek, per riprendere e fiato e ricompattarsi. C'è bisogno di idee nuove e c'è anche bisogno di creare un po' di aspettativa nei fan, in modo che la reazione non sia qualcosa tipo "oh, già, un'altra serie di Star Trek, che noia".
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