Il fascino esercitato dai morti viventi non sembra avere fine, sempre nuove opere letterarie e cinematografiche alimentano il mito, invero non sempre con risultati eccellenti, Max Brooks prova a dire qualcosa di nuovo su un argomento tanto sfruttato, e lo fa alla grande, il suo World War Z racconta infatti di una guerra globale contro le insidiose creature, ansiose di nutrirsi della nostra carne.
La guerra contro gli zombie viene narrata in modo corale, un insieme di testimonianze raccolte da un funzionario delle Nazioni Unite, che intendeva affiancare alle fredde statistiche ufficiali la storia così come i superstiti l'hanno vissuta.
La prima, terribile, manifestazione del misterioso morbo che trasforma i morti in macchine assassine avviene in Cina, nella sperduta provincia del Chongqing, poi si assiste a una lenta diffusione dei casi di contagio anche al di fuori dai confini cinesi, notizie strane e preoccupanti iniziano a essere raccolte dai servizi segreti di tutto il mondo.
La preoccupazione strisciante tra la popolazione sfocia infine nel Grande Panico, quando l'evidenza dei fatti emerge nonostante i disperati tentativi delle autorità di nascondere quanto sta succedendo.
Dal quel momento l'umanità si trova a dover combattere una terribile guerra per sopravvivere, una lotta che affronta impreparata, con armi progettate per ben altri conflitti.
Tra atti di vigliacheria, gesta eroiche, decisioni stupide, trovate geniali, vicende personali o catastrofi che coinvolgono milioni di persone la guerra contro gli zombi prosegue sino alla vittoria, ma le cose non potranno mai essere più quelle di prima, il mondo dopo il flagello degli zombi sarà ben diverso da quello attuale.
Autore evidentemente affascinato dai morti viventi Max Brooks è alla sua seconda opera sul tema, il precedente Manuale per sopravvivere agli zombi era un saggio su tutto quello che riguarda gli zombi e il virus che li anima, il temibile Solanum, scritto tutto sommato in tono leggero, WWZ è decisamente molto più cupo, e non lascia molto spazio all'ironia.
Il ritmo del romanzo e le idee sparse a piene mani riescono a trascinare il lettore in un incubo dove terrore e stress trasformano le persone in eroi, relitti umani, cinici sfruttatori o psicopatici assetati di sangue, una volta accettato che un virus possa rianimare i morti e trasformarli in mostri assetati di sangue, il resto segue in modo logico, rendendo credibili le vicende narrate.
Le interviste sono legate tra loro da un tenue filo costituito dai richiami, sparsi sapientemente, a situazioni e persone descritte in precedenza, costruendo in tal modo un affresco immenso, delineato solo in minima parte, e per questo ancora più affascinante.
Nonostante appartenga di diritto al genere horror il romanzo non indulge in scene splatter (che pure non mancano) assumendo piuttosto i connotati del genere catastrofico, nella struttura mi ha ricordato molto Il risveglio dell'abisso, di John Wyndham, con una minaccia dapprima strisciante e poi manifesta.
Nel suo genere WWZ è un capolavoro, Max Brooks è davvero riuscito a dire qualcosa di nuovo su un genere tanto sfruttato, mi piacerebbe vederlo alle prese con una storia dove non non sono gli zombi i protagonisti.
Il romanzo ha lasciato il segno anche olteoceano, i diritti cinematografici sono stati infatti acquistati dalla Paramount e dalla Plan B, la casa produttrice di Brad Pitt, speriamo che la freschezza dell'opera non si trasformi in uno dei tanti, stereotipati, horror che ci propina Hollywood.
Sempre che queste antipatiche e invadenti creature non decidano di risvegliarsi davvero, in questo caso potremmo essere contenti di aver letto i libri di Max Brooks.
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