Non c'è bisogno della legge di Moore per rendersi conto che la potenza dei computer cresce ogni anni di più. Sempre più veloci, sempre più connessi; sempre più dati sono gestiti dai computer e sempre maggiori porzioni della nostra vita è nelle loro mani.

Che i computer diventino autocoscienti o meno è una domanda in fondo accademica: è quasi inevitabile però che a un certo punto diventino autonomi. E a un certo punto, forse lo stesso, diventeranno incontrollabili: la crescita della massa pensante diventerà sempre più grande, finché l'intelligenza complessiva delle macchine pensanti sulla Terra sarà qualcosa di inimmaginabile, di incomprensibile, di incontrastabile. Sarà il momento immaginato da Fredric Brown nel 1954, in cui il professore chiede al computer se dio esiste, e il computer risponde "adesso sì". Sarà l'avvento della singolarità.

Questa "idea", anticipata dalla fantascienza e sviluppata dagli autori più moderni, come Charles Stross che le ha dedicato una trilogia e alcuni racconti (tra cui Anticorpi, uscito su Robot 51), è oggi studiata in modo sempre più serio; ci sono associazioni a carattere scientifico o informatico che se ne occupano, che la studiano, che catalogano i segnali, deboli e forti, che segnano l'avvicinarsi dell'era della singolarità.

Se la fantascienza classica identificava in qualche modo nei robot la minaccia della tecnologia per l'umanità, oggi ci si sta rendendo conto che braccia di metallo e corazza antiproiettile non sono più pericolosi di un accesso a banda larga alla rete.

Se ne sono resi conto anche i produttori della serie televisiva Terminator The Sarah Connor Chronicles, che hanno saputo girare a loro vantaggio l'idea alla base della serie.

"Il sistema andò online il 4 agosto 1997. Skynet cominciò a imparare a ritmo esponenziale. Divenne autocosciente alle 2:14 del mattino, ora dell'Atlantico, del 29 agosto."

Non sappiamo se James Cameron, quando scrisse questa parte di sceneggiatura di Terminator 2: Il giorno del giudizio più di diciotto anni fa, se ne rendeva conto, ma questa non è altro che la descrizione della nascita di una singolarità. Tuttavia la serie ha sviluppato soprattutto l'aspetto della lotta tra robot invincibili, lasciando un po' in secondo piano l'aspetto informatico vero e proprio.

Col terzo episodio della serie televisiva attualmente in onda negli Stati Uniti su Fox, questo aspetto prende corpo, anzi: la teoria della singolarità viene esplicitamente citata, e Sarah Connor vede chiaramente come la lotta contro Skynet consista soprattutto nell'impedire lo sviluppo della scienza informatica oltre certi punti limite. Sarah Connor quindi come gli anticorpi del racconto di Charles Stross: sarà interessante vedere gli sviluppi nei prossimi episodi.

Terminator The Sarah Connor Chronicles è attualmente al terzo episodio in USA su Fox, e in Italia arriverà prossimamente in Sci Fi su Steel.