"Denji Ito, di età imprecisata e indirizzo sconosciuto, lavora da sei mesi in quello stabilimento. Al momento è sospettato di aver causato la morte di centoventotto civili e ventiquattro agenti del dipartimento di giustizia"
I "Mausolei dell'Eterno Distacco" da sempre torreggiano con la loro mole sulle strutture da incubo delle città. Pochissimi ne sono rimasti e nessuno sa a che scopo furono edificati nè se lo siano stati da mano umana. L'Istituto di Optometria, un misterioso ente governativo, sembra essere al corrente di alcuni segreti sul loro conto e sembra interessato al rapporto fra questi edifici e la manifestazione degli strani esseri conosciuti come Gauna. Sei anni dopo la distruzione del penultimo mausoleo appare inspiegabilmente un nuovo Gauna Bianco e comicia a seminare distruzione negli abissi dell'immensa metropoli che ospita l'ultima struttura ancora in piedi. Sulle tracce del mostro incroceranno le loro strade il detective Sakijima della polizia metropolitana, gli optometristi ed una strana setta, conosciuta come "Ordine della Quarta Cronaca", a stento sopravvissuta all'ultima guerra fra uomini. L'optometrista Tadohomi, disubbidendo ai dettami dell'istituto, si recherà segretamente agli "Stabilimenti per la coltura dell'olio" cercando l'operaio Denji Ito, Denji Kudo in realtà, per risvegliare l'unica creatura in grado di fermare le stragi del Gauna Bianco: il Gauna Nero.
Abara è un fumetto di Tsutomu Nihei (storia e disegni) pubblicato in due soli numeri dalla Panini Comics. Uscito sulla rivista Ultra Jump tra il 2005 ed il 2006, dopo circa due anni dall'ultimo numero della famosissima serie Blame! ne riprende lo stile e la cupa atmosfera cyberpunk, o meglio bio-cyberpunk, in una vicenda al contempo semplicissima ed estremamente intricata. In effetti la struttura della storia non potrebbe essere più lineare negli elementi di base che si fondano principalmente sulla contrapposizione fra Gauna Bianchi, esseri mutanti di manifestazione spontanea con istinti altamente distruttivi, e Neri, le loro controparti create dall'uomo in laboratorio per difendersi. Quando però ci si muove dal livello base per reperire informazioni sul perchè il tutto accade e sulle relazioni fra i molteplici elementi della trama solo accennati dall'autore cominciano le prime difficoltà. Nihei spiega pochissimo e quel poco che si riesce ad evincere mettendo insieme i brandelli d'informazione disseminati fra le pagine del fumetto non trova conferma in nessun prosieguo perchè la storia è già finita.
Ci troviamo di fronte a quello che si potrebbe definire un ottimo esercizio di stile o un buon episodio pilota di una lunga saga fantascientifica cui manca però la parte sostanziosa. Si ha la costante impressione di un'incompiutezza crescente mentre si prosegue la lettura avvicinandosi ad un finale che sarebbe potuto essere una buonissima chiave interpretativa di un’opera rimasta ai blocchi di partenza. Ottimi i disegni che rivelano ancora una volta la maestria dell’autore e la sua abilità a rendere con semplici tratti ambientazioni da incubo, sottolineando in modo esemplare la disperazione e la ineluttabilità che traspaiono dalla narrazione.
Abara si dimostra quindi uno dei pochi casi nell’ambito dei fumetti in cui ci si trova dispiaciuti di fronte ad una rapida conclusione.
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