Voi direte: gli incontri che si fanno su Second Life sono di tutti i tipi, e l’avatar che potete scegliere o costruire per rappresentarvi può essere abbastanza fedele rispetto all’aspetto che avete nel mondo usuale, cosa non possibile nelle chat IRC; certo, aggiungo, in SL vi potrete vedere un po’ meno cicciotti o più giovani, o anche più avvenenti e siete abbastanza sicuri che potrete, così, trovare, incontrare e parlottare

E così, è un fatto: il vero motore di questi luoghi irreali è il sesso, e chi li organizza e realizza ne è perfettamente consapevole. Orde fameliche di giovani, ma non solo, percorrono quelle lande di bit; lo fanno anche frustrati e squallidi personaggi, che farebbero di tutto pur di accalappiare generose donne di tutti i tipi, che si offrono, quasi fossero un mercato o un albero della cuccagna. Un luogo dove tutti possono essere tutto, dove si può essere a nostra volta tipologie di personaggi che si possono facilmente incontrare. SL è un posto dove ci si può spacciare per avvenenti indossatrici dai gusti sessuali estremamente aperti e dal fisico prorompente, languido, provocante; un non territorio dove ci si può sentire al sicuro perché coperti dall’anonimato che Internet sembra garantire, che invece si rivela come il posto meno sicuro dove confessare e custodire i segreti più reconditi…
Il fenomeno di Second Life è la stessa estrinsecazione di Internet, di questo fantastico paradigma che nel volgere di una sola generazione ha cambiato il mondo. È un fenomeno di moda, anche: essere presenti in SL garantisce una posizione privilegiata rispetto a tutti gli altri vostri conoscenti che sanno cosa vuol dire essere presenti in Rete; anni fa si doveva aprire un blog per essere in, ora bisogna avere un account su SL, avere un'attività che permetta di farci business, riuscire a configurare un avatar complesso e accattivante: insomma, il nulla in formato digitale rende a la page, ma questa è un’esemplificazione esemplare del nulla biologico reso in bit, è un deserto splendente quanto una scena di iperrealismo. Ci sono dentro colori saturi, senso di vita gonfiato come se degli ormoni vi fossero stati insufflati dentro; ma, sostanzialmente, il tutto è una chat, una room anomala. Essenzialmente, è solo quella. Non c’è davvero nulla sotto il sole digitale.
Alla fine della sessione connettiva della voglia del fantascientifico non rimane dentro nulla: potreste essere assorbiti dal senso del meraviglioso mentre vi perdete nei meandri della Rete, in ogni sua manifestazione; ammirare stupiti il paesaggio ameno offerto da Second Life, che può portarvi a dedicare la maggior parte del vostro tempo alla colonizzazione e alla relativa antropizzazione delle sue lande desolate, ricche di nuovo e di vastità incalcolabili che risuoneranno dei vostri debiti economici, che si trascineranno e vi seguiranno nel mondo reale se non starete bene attenti a calibrare le influenze che dal virtuale possono perturbarvi la vita analogica. Tutto ciò può accompagnarvi di ritorno da SL, ma non certo il senso di fantascienza, perché questo è già stato reso fin troppo reale. Anzi, iperreale. È quotidianità. Realtà

Sarà il suono psichico del nulla cerebrale che avvolgerà ogni manifestazione sociale in SL e che transiterà attraverso un protocollo dedicato, fino a sconvolgere ogni regola di condivisione empatica attualmente sperimentabile? Nel caso che ciò si verificasse, allora, mandatemi una mail – direttamente da Second Life, certo – e così sarò davvero lieto di connettermi a qualcosa che non somiglia più terribilmente a una chat della metà degli anni '90; fino ad allora, di contro, lasciatemi evocare il nulla senziente che vive attorno, dentro, attraverso una rete ben più potente e fitta: quella interiore, dove vige un kernel in grado di comprendere la natura olografica di ciò che è dietro alla nostra – illusoria - realtà.
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